L’HIV, o virus dell’immunodeficienza umana, che ogni anno nel mondo conta quasi 2 milioni di nuovi infetti, è un virus che attacca e distrugge un tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4, responsabili della risposta immunitaria dell’organismo. Il sistema immunitario viene indebolito fino ad annullare la risposta contro altri virus, batteri, ecc.
Un virus che negli anni ottanta rappresentava una pesante condanna a morte ma che oggi è possibile tenere sotto controllo grazie alle terapie antiretrovirali. Terapie che, grazie ai progressi scientifici, sono state negli ultimi anni aggiornate e perfezionate per essere sempre più efficaci e per garantire una qualità di vita migliore.
Attualmente è disponibile un’unica combinazione di farmaci somministrabili con una nuova modalità: due iniezioni intramuscolari, somministrate ogni due mesi, che vanno a sostituire la pastiglia da assumere ogni giorno. E la nostra struttura è la terza in Emilia Romagna ad aver avviato questo tipo di cura.
A spiegare il nuovo trattamento è il dottor Lorenzo Badia dell’ambulatorio infettivologico dell’Ausl di Imola: “Dal 21 febbraio, presso l’Ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, è iniziata la somministrazione dei nuovi farmaci antiretrovirali a rilascio prolungato per il trattamento dell’infezione da HIV. Si tratta di un’importante innovazione nella gestione terapeutica di questa infezione, che per la prima volta potrà essere trattata con due iniezioni intramuscolo ogni 2 mesi in sostituzione della classica terapia orale. I farmaci antiretrovirali – continua il professionista – disponibili fino ad oggi infatti, sebbene siano efficaci e con pochi effetti collaterali, obbligano le persone che vivono con HIV all’assunzione quotidiana di una o più compresse, fattore che può contribuire allo stigma e alle difficoltà quotidiane che ancora ingiustamente colpiscono questa popolazione”.
Le terapie antiretrovirali permettono a oltre il 90% delle persone che vivono con HIV di essere a viremia negativa e questo significa non trasmettere l’infezione per via sessuale ad altri e quindi avere la possibilità di vivere serenamente le relazioni affettive. Non solo, permette alle donne di non trasmettere l’infezione al feto. Una donna che è in terapia a viremia negativa può gestire la gravidanza senza ulteriori preoccupazioni.
La nuova terapia, è approvata in Italia dallo scorso luglio, e non è indicata per tutte le persone con HIV : “Prima di passare a questa terapia – prosegue il dottor Badia – il medico infettivologo deve valutare se sono presenti i criteri di eleggibilità. Nei prossimi anni potrebbero inoltre essere disponibili ulteriori regimi terapeutici somministrabili anche con intervalli più ampi (ogni 6-12 mesi)”.
Ad Imola sono attualmente seguite circa 200 persone con infezione da HIV, che potranno richiedere informazioni al personale medico e infermieristico dell’Ambulatorio Infettivologico per valutare insieme la migliore strategia terapeutica.
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