“La struttura si farà, non subito ma è necessaria” – “Non importa il dove, l’importante è che si faccia” E’ questo il sunto di tutta la storia che riguarda la tanto discussa tensostruttura in Pedagna. L’ingegner Leonardo Vanni , patròn dell’imolese calcio 1919 Futsal, non si nasconde, e ammette i problemi di reperimento dei fondi necessari per cominciare i lavori, che sarebbero dovuti esser erogati da uno sponsor, un’azienda locale che avrebbe disatteso le iniziali promesse economiche per avviare l’investimento. Ed è quindi questo il reale motivo per il quale il cantiere, nell’area limitrofa al Cs La Tozzona, non è ancora stato avviato.
Imola. “In realtà non siamo fermi, stiamo andando avanti cercando quella che è la soluzione migliore: quando siamo partiti c’erano stati promessi dei fondi da parte di una nota azienda del territorio, fondi che ora sono venuti meno, almeno per quanto riguarda gran parte dell’importo promessoci-continua – “questo notevole investimento sarebbe dovuto nascere proprio perché lo sponsor ci avrebbe aiutato molto.Proprio questa settimana abbiamo fatto venire a Imola il responsabile dell’impiantistica della Federazione calcio, abbiamo parlato col Sindaco e stiamo cercando di trovare una soluzione condivisa, anche perchè si possa riuscire a realizzare la tensostruttura. La cosa bella” – aggiunge – “sarebbe bello lanciare una richiesta diffusa di ricerca di fondi , penso al Crowfounding, sarebbe molto carino riuscirlo a fare coinvolgendo le persone, mettendo insieme il budget necessario per riuscire a realizzarla, perchè parliamo di una strutture che rappresenterebbe il valore aggiunto per il territorio, perchè ci puoi fare tante attività non per forza solo sportive. Vediamo un attimo. L’ideale sarebbe la Pedagna, a noi interessa questo, non per forza lì.
La tensostruttura – ripercorre Vanni – avrebbe avuto una valenza anche sociale, perchè comunque sarebbe stata utilizzata anche della scuola, nel pomeriggio avremmo fatto psicomotricità coi bambini, avremmo comunque fatto un’attività molto più sociale e non lucrativa, perchè noi non affittiamo i campi dove poi giochiamo. Questo fino a qualche tempo fa. Noi come società sportiva abbiamo già effettuato alcuni investimenti, come perizie geologiche e i progetti, quindi avevamo già un po’ tutto, eravamo pronti, se non che lo sponsor ha diminuito sostanzialmente il valore della quota che ci era stata promessa, quindi, detto questo, ovviamente, ci siamo rimessi alla caccia di nuovi sponsor. Ma è calma piatta sul mercato attualmente, almeno nel nostro territorio.
La necessità di un luogo al coperto dove praticare sport c’è, basti pensare che quest’anno faremo una serie A di calcio a 5, con tre spazi alla palestra Cavina. L’anno prossimo schiereremo la prima squadra, l’under 21, l’under 19, 17 e 15 e forse anche una 13 . Per allenarci siamo costretti a utilizzare anche campi a pagamento, come in Bocciofila, ma basti pensare che soltanto l’anno scorso abbiamo speso 4.000 Euro solo per far allenare l’under 19. E’ chiaro che non ci siano abbastanza palestre. Siamo giunti a una situazione davvero insostenibile, la palestra Cavina è ormai abbastanza datata, e non essendoci il custode ci autogestiamo, siamo bravi e organizzati nella concomitanza con le altre squadre, va bene, ma ovviamente ci sono enormi mancanze come gli spogliatoi dedicati.
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