“Dopo 110 anni di storia portare il Tour De France, che con le Olimpiadi e i mondiali di calcio è uno dei tre avvenimenti sportivi più seguiti al mondo. È un orgoglio, un onore e anche un’occasione formidabile per il nostro paese di mostrare le sue bellezze e le sue eccellenze. Chiaramente per l’Emilia Romagna” – ricostruisce il Presidente Bonaccini su bicisport – “avere le prime tre tappe, che arrivano o partono nella nostra Regione è qualcosa di clamoroso e di straordinario” – sottolinea – “Ci abbiamo lavorato per tre anni e credo che insieme a Firenze, Torino sia una grande soddisfazione”.
“Siamo diventati la prima Regione in Italia per eventi sportivi ospitati o organizzati nei propri confini” – aggiunge – “durante la pandemia abbiamo organizzato a Imola, i Mondiali di ciclismo quando tutti si rifiutavano di farlo” – rammenta Bonaccini – “e questa occasione è qualcosa di clamoroso, 200 paesi in diretta televisiva mostreranno paesaggi, bellezze, monumenti ed eccellenze di un territorio che in questo caso saprà promuoversi e attirare attenzione. A Rimini” – fa sapere Bonaccini, riferendosi all’indotto turistico sul territorio – “sappiamo che ci sono già un migliaio di camere prenotate, molti stranieri che hanno già prenotato o che stanno informandosi; ci aspettiamo migliaia di presenze turistiche nel senso anche di camere prenotate ,ristoranti strapieni; siamo convinti sia un indotto straordinario. Per fare un riferimento” – osserva – “il GP di Formula 1 a Imola costa sui 25 milioni di euro e produce un indotto fra i 230 e i 270 milioni”
Avere il Tour de France in Italia, ammette Bonaccin – “È costato poco più di 8 milioni di euro, suddivisi tra Città Metropolitana di Firenze, Regione Emilia-Romagna assieme alla Regione Piemonte e ai Comuni sede di tappa di arrivo ( Bologna, Cesenatico, Rimini e Piacenza). Per la Regione Emilia Romagna sono complessivamente poco più di tre milioni di euro”
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