Come indirizzare nel posto giusto un utente per chi non è medico? Se ci si reca al Pronto Soccorso si è sicuri di essere visitati, ma dopo una lunghissima attesa.E non puoi certo recarti al PS con “soltanto” un’influenza. E se siamo nel week-end, quando il medico di base non c’è, le persone prendono d’assalto i CAU. E, forse ancora per una carenza di medici, i centri possono andare incontro a qualche disservizio. Come a Imola, dove in diverse giornate è stata sospesa l’accettazione dei nuovi utenti, per permettere di smaltire la coda entro l’orario di chiusura.E di fatto i pazienti sono stati spediti al Pronto Soccorso. A Casalecchio invece, un CAU è stato chiuso la notte di Natale per mancanza di personale.Però a questo, fanno sapere alcune ASL della nostra Regione, si dovrebbe far fronte con le nuove assunzioni proprio rivolte a nuovi camici bianchi.
In queste ultime settimane la tensione tra Sindacati dei medici di base e l’assessore regionale Donini è alle stelle: “Il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed ritiene inaccettabili e offensive per tutta la categoria medica le dichiarazioni rilasciate al Tgr Emilia Romagna dall’assessore alla Sanità Raffaele Donini, per il quale i medici della continuità assistenziale sarebbero dei fannulloni che “rispondono al telefono ogni due ore e visitano un paziente ogni cinque ore”.
Ma Donini ha fatto sapere di essere stato travisato – “di non avere mai detto quelle parole”Il dato a cui ho fatto riferimento, ossia la media delle prestazioni erogate a livello regionale dai medici di continuità assistenziale, è un dato tracciabile e noto da tempo, e non costituisce da parte mia alcun giudizio negativo.
L’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini ha risposto alle critiche di altri sindacati di medici, colpevoli di aver definito i Cau ‘Fast Food’ del servizio sanitario e ‘pronto soccorso bonsai’”. I centri, fa sapere l’assessore, “stanno invece ottenendo un indubbio successo”.

Per il sindacato dei medici Anaao giovani, i Cau sono “un’ottima opportunità” per i giovani medici specializzandi.


I NUMERI
Oltre 12.000 accessi nel primo mese di attività, 1 ora e 25 minuti il tempo medio di attesa, con l’83% dei pazienti (8 su 10) che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura e l’84% che vi accede in orario diurno. Tra i principali motivi di accesso, problemi di tipo ortopedico e gastrointestinale e disturbi minori, proprio quelle urgenze a bassa complessità per cui la Regione ha istituito i CAU.

Ė la fotografia, aggiornata al 28 dicembre, del primo mese di attività di 16 Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna, dei 19 già attivi su tutto il territorio, sempre alla stessa data.