Gruppo Hera ha annunciato nei giorni scorsi l’accordo con Leonardo, per la collaborazione – tramite la loro divisione “areostrutture”- circa lo studio del recupero delle fibre di carbonio dei materiali compositi utilizzati per la costruzione di parti di aeromobili. Roi (M5S), non nasconde tutte le sue perplessità:”CI STIAMO PORTANDO IN CASA NOSTRA UN LEADER DELL’INDUSTRIA BELLICA”

Mentre sta girando sui social un appello di Rettori e Rettrici che chiede l’uscita dalle Università della Fondazione Med-or/Leonardo, produttrice di armi e di morte, promotrice di una “cultura securitaria” e “della difesa”, con l’intento di renderla funzionali alle esigenze dell’industria bellica e alla diffusione dei “valori” delle forze armate, apprendiamo che ci portiamo Leonardo in casa, a Imola, per il recupero della fibra di carbonio.” – fa sapere Roi – “Dopo il solito incontro farsa di maggio, in cui l’assessora Spada ha presentato a cose fatte il progetto, minimizzando l’impatto ambientale in un territorio già molto provato da inquinamento e consumo di suolo, spacciandolo come virtuosità ecologica, nel segno dell’economia circolare, leggiamo sulla stampa che l’impianto è realizzato grazie all’accordo fra Hera (di cui come comune e consorzio CON.AMI siamo importanti azionisti) e l’azienda di Stato, azienda che consente all’Italia di essere il sesto esportatore mondiale di armi dopo Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Germania. Sappiamo bene che il conflitto in Ucraina interessa direttamente la sicurezza e la stabilità economica di tutto il continente europeo” – continua l’esponente pentastellato – “e che altri pericolosi fronti di guerra prossimi al nostro Paese non si sono mai sopiti: Nord Africa, Caucaso, Balcani, Medio Oriente, Palestina.In tutti questi fronti” –osserva – “c’è la presenza di armi e tecnologie avanzate di provenienza italiana.

Si legge in forzeitaliane.it/Difesa-militare che “il merito del primato italiano nel settore della difesa militare è sicuramente dovuto a gruppi come Leonardo e Fincantieri, ma anche a molte piccole e medie aziende che soddisfano, in termini di flessibilità e affidabilità, le richieste dei clienti. Tra i punti di forza della nostra industria bellica vi è l’unanime riconoscimento che l’Italia è un partner credibile e preciso”.



Ovviamente c’è chi a Imola per i soldi è disposto a tutto.Ci dicono che sarà per l’aeronautica civile” – si domanda l’ex Pretore – “ma questa cosa assomiglia alle dichiarazioni sul conferimento di rifiuti solo locali alla discarica Tre Monti, quando si è poi verificato che la stragrande maggioranza arrivava da fuori zona e anche da fuori regione.”

A proposito: Hera è talmente sicura che Imola sia un suo feudo da non preoccuparsi minimamente di esercitare sul nostro territorio tutti i suoi più interessanti affari, come prima la richiesta di sopraelevazione e ampliamento discarica, oggi la collaborazione con una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, tutto in barba ai cittadini imolesi.

Quasi inutile evidenziare che siamo fortemente contrari a queste operazioni” – si congeda il consigliere – “tanto più in quanto collegate a chi vende armi per lucro e non certo per “difesa”.