Mordano maglia nera per consumo di suolo fra i Comuni del Circondario.”
È quanto rendono noto i consiglieri di “Mordano- Bubano pensiamo al futuro”, Federico Squassabia e Annalisa Neri – ” I dati resi noti dall’Ispra non ci stupiscono assolutamente, perché ribadiscono una situazione già conosciuta da tempo e che abbiamo avuto modo di sottolineare più volte dal 2019. E non ci stupisce neanche che un geologo arrivi a definire quello di Mordano come un «caso emblematico» sulle pagine de Il Nuovo Diario Messaggero.
Stupisce, al contrario”
– osservano i due esponenti civici – “che l’Amministrazione e la maggior parte dei consiglieri comunali non percepiscano minimamente questo problema così urgente, ancora di più alla luce delle continue criticità idrogeologiche.”
Poco più di un mese fa, abbiamo discusso una nostra mozione che invitata il sindaco
e la Giunta a: non considerare ulteriori consumi di suolo vergine (classificato come agricolo, Dea, ecc.) sul territorio comunale
” – ribadiscono – “ridurre e minimizzare l’impermeabilizzazione sui parcheggi previsti dal Piano triennale delle opere pubbliche in via Fluno e in località Montebottone, riconsiderare le urbanizzazioni proposte dalla Cti in zona San Francesco e Selice, in maniera da minimizzare l’impermeabilizzazione e le possibili criticità di accumulo acque in occasione di precipitazioni estreme, prendere in considerazione operazioni di desigillazone e pur nella consapevolezza che non riportano il suolo allo stato di biodiversità originario”.
Per tutta risposta” – fanno notare Squassabia e Neri – “una consigliera di maggioranza si è astenuta, gli altri hanno votato contro, e lo stesso ha fatto il gruppo consiliare di minoranza “Patto civico-Gente in Comune”.
Insomma, è chiaro”– concludono dalla civica a vocazione ecologista – “che i continui allarmi che la scienza ci lancia da decenni e i continui disastri siano per la maggioranza del consiglio comunale qualcosa di tollerabile e secondario rispetto ad un modello di sviluppo e di priorità che si sta rivelando suicida.