VILLE SEGRETE – EPISODIO IV – IL FASCINO DI VILLA CERCHIARI
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Imola. Ci troviamo in Via Pediano, al termine della prima e lunga salita che comincia qualche decina di metri dopo l’incrocio tra via Nuvolari e Via Ascari. Sulla sinistra, dopo 500 mt, proseguendo verso i colli, troviamo un’ampia dimora ornata da particolari manufatti. Davanti ad essa, all’ingresso, spicca un piccolo edificio in pietra, che si trova nel giardino, vicino al cancello; dotato di portone e terrazzino.
Impossibile riconoscerlo per chiunque non sappia precedentemente l’utilizzo che avevano questo tipo di strutture: si tratta di un’antica ghiacciaia, dotata di terrazzino “belvedere”. Vicino all’ingresso a catturare l’attenzione è lo sbiadito ma ancora affascinante stemma triangolare: è quello della famiglia Cerchiari.
Il parco è meraviglioso, complesso, studiato. Venne progettato nel 1877 quando Demetrio Cerchiari comprò la villa dal fratello Giuseppe, che l’aveva ereditata dal padre Gioacchino. Si utilizzò la tipologia di parco “romantico” all’inglese, in voga all’epoca nelle dimore signorili, che univa bosco e prato. I principali arbusti scelti furono il pino, il cipresso, il leccio, il cedro e la quercia. Siepe mista tutt’attorno come a delimitare alcune aree del parco, dando vita a dei percorsi.
LA DIMORA
Il fabbricato è in forma chiaramente rettangolare, in cotto, mattoni e calce. Coperto di tegole, si snoda su tre piani e vanta una cantina sotterranea. Al piano terra sono presenti otto vani, tra cui una rimessa e le scuderie oltre che un locale ad uso “limonaia”.
Al primo piano sono presenti 11 ambienti, mentre il secondo piano è formato da 7 piccoli “granai”.
CURIOSITÀ
Nella stima di metà ottocento alla tenuta venne attribuito un valore di 3000 scudi.
Nella stima del 1876, dopo la divisione dell’eredità di Francesco Cerchiari, una volta deceduti tutti i figli di Gioacchino Cerchiari, alla tenuta venne attribuito un valore di “Lire 48.000”.
La villa passò alla famiglia Cerchiari nel 1791, quando Gioacchino Cerchiari, importante professionista imolese, la acquistò da Giovanni Battista Barri: all’epoca era denominata ancora “Podere Casino”.
Il testamento di Gioacchino Cerchiari (ove lasciò il podere al primogenito Giuseppe) venne rinvenuto chiuso con sigilli in ceralacca rappresentati da un’arma gentilizia, con corona in rilievo e in mezzo allo scudo una serpe formante circolo entro cui una mezzaluna e due stelle in rilievo. Si tratta degli elementi che rappresentavano lo stemma di famiglia.
L’abitazione principale di Gioacchino Cerchiari e sua moglie Geltrude Fornioni all’epoca non era la tenuta di Via Pediano (ancora non ristrutturata dal figlio) ma quella situata nell’allora “Via San Pietro.” In quest’abitazione di famiglia era presente un ambiente dove si produceva e custodivano spiriti e rosoli, una sorta di la fabbrica del rosolio. Non sappiamo ad oggi da quale via sia stata sostituita via “San Pietro”.
RICERCHE : AGOSTINO SALSEDO, ARIS ALPI.
FONTI : BIM , IMOLA SEGRETA” prof. Giampaolo Nildi – La Mandragora Edizioni
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