A distanza di un due anni dall’improvvisa e dolorosa scomparsa di Massimo vorrei ricordare non il politico, il sindaco, il deputato Marchignoli,ma semplicemente l’uomo, l’amico, con cui ho diviso anni importanti della mia vita e che ho imparato a conoscere e ad apprezzare anche attraverso le piccole cose della vita quotidiana.

Confesso che quando nel 1999 iniziai la mia esperienza amministrativa al suo fianco, dopo quella con la giunta De Brasi , nutrivo dubbi e perplessità sulle sue capacità e mi domandavo se questo segretario dell’ allora PDS , non particolarmente brillante ai miei occhi , ex sindaco di un comune con poco più di mille abitanti sarebbe stato in grado di governare una città complessa e articolata come Imola .Gradualmente, condividendo giorno per giorno le scelte e le decisioni più difficili con lui, ho imparato ad apprezzare la sua capacità di coordinare e coinvolgere persone , gruppi e realtà diverse , di dialogare con tutti, di assumersi responsabilità senza scaricarle sugli altri .In conclusione vorrei anche sottolineare la coerenza politica di Massimo.

Inoltre, Massimo amava la vita ed era pieno di interessi . Oltre alla politica, passione divorante che non ha mai tradito ma che lo ha tradito , gli piaceva il teatro , la buona cucina , viaggiare , leggere , trovarsi con gli altri per conversare e, in modo speciale, la musica .Aveva una passione sfrenata e incontenibile per i cantautori e in particolare per due cantautori ,Francesco Guccini , che lui chiamava “Il Maestro” e Roberto Vecchioni “il Professore” . Ricordo ancora con quale curiosità e insistenza cominciava a indagare sulle mie intenzioni per estorcermi in anteprima i nomi degli artisti che avrei scelto per Imola in Musica, una manifestazione che lui adorava. Sapeva benissimo che uno dei filoni conduttori della manifestazione era proprio quello di riproporre cantautori storici della canzone italiana. Nel 2007 Massimo, naturalmente, fu la prima persona a sapere che Roberto Vecchioni, uno dei suoi idoli, aveva accettato di venire a Imola per aprire il tour estivo. Mi abbracciò felice come un bambino e per alcuni giorni tutte le volte che ci incontravamo, inesorabilmente, mi canticchiava “Luci a San Siro”.

Per inciso, Massimo era intonatissimo e aveva una bella voce. Ma l’incontro più emozionante per lui fu sicuramente quello con FrancescoGuccini che ricordo ancora in maniera vivissima . Nel 2012 Università aperta organizzò un incontro molto partecipato al Teatro Osservanza dedicato proprio a Guccini; io ebbi l’onore e l’onere di dialogare con lui e intervistarlo a proposito del suo ultimo libro “ Dizionario delle cose perdute”.

Da rapace assessore alla cultura, approfittai della sua presenza per invitarlo a visitare la nostra splendida biblioteca, invito che accettò di buon grado. Chiesi a Massimo di cogliere l’occasione per incontrare finalmente il suo idolo. Arrivò trafelato, timido ed emozionato come uno scolaretto al primo esame e la prima frase che riuscì a farfugliare quando glielo presentai fu “ Che onore Maestro!”. Guccini sorrise e gli rispose “Troppo onore sindaco” dandogli una pacca sulla spalla. Naturalmente anche questo incontro permise nei giorni successivi a Massimo di sfoggiare la sua memoria,davvero eccezionale, per riproporre i versi più famosi delle canzoni di Guccini , canzoni che conosceva ( tutte!) dal primo all’ultimo verso. Io per provocarlo (cosa che facevo, amichevolmente, conoscendo la sua stima incondizionata per lo storico leader del Pd), avevo trovato l’arma “ fine del mondo”. Gli chiedevo “ Se tu ti trovassi in cima ad una torre con D’Alema e Guccini chi butteresti giù?”

Lui rispondeva immancabilmente che la domanda era troppo crudele e non era in grado di rispondermi. Questi sono solo alcuni tra i tanti ricordi che mi legano a lui e me lo fanno ricordare con affetto, stima e gratitudine. Non è un caso che Massimo amasse artisti colti e raffinati come Vecchioni e Guccini. Questo era l’uomo, un uomo semplice che sapeva instaurare rapporti sinceri, leali, autentici con le persone che lavoravano con lui ma anche un uomo profondo ,colto , intelligente , curioso , desideroso di imparare cose nuove e di fare nuove esperienze.

Massimo mi chiamava Nanni, richiamando Nanni Moretti e giocando sul fatto che a volte ero critico rispetto alle posizioni della sinistra ed ero un battitore libero. Io gli rispondevo dicendogli che se D’Alema era definito Leader Maximo come Fidel Castro lui per via dell’altezza poteva esser definito Lider Minimo. Sapevamo scherzare tra noi come sanno fare gli amici che si rispettano.Sì ,rispetto per noi non era una parola vuota , una formuletta retorica ma una parola importante ,il fondamento delle relazioni e per me lo è ancora anche se , come si dice oggi ,non fa più tendenza . Ed è con rispetto Massimo , quel rispetto che molti purtroppo non hanno avuto nei tuoi confronti , che Nanni ti ricorda ancora una volta.

(Valter Galavotti)