La situazione della sanità emiliano romagnola, alla luce degli ultimi discussi provvedimenti per sanare il debito regionale delle ASL, è finita al centro del dibattito pubblico e politico. In un anticamera di default, il Presidente De Pascale è corso ai ripari aumentando i ticket e facendo recapitare migliaia di bollettini di mancati pagamenti, spesso vecchi di anni. Per quale motivo, nel corso delle giunta Bonaccini, nessuno aveva provveduto a recuperare le somme?
Una giunta che passerà alla storia per i CAU, un’idea buona di partenza (snellire i PS) ma messa in pratica in maniera sbagliata. Solo a Bologna sono costati 9 milioni di Euro e De Pascale, che ha compreso l’errore, vorrebbe chiuderli ma non ha il coraggio di farlo per non andare contro a una scelta politica del suo stesso partito.
Nel 2024, a causa della sottostima sulle chiamate del 118, si sono verificati 572 decessi nelle nove province, con utenti classificati a basso – medio rischio, quindi parliamo di un assegnazione con codice bianco, verde o giallo al posto di rosso.

“L’auto medica in questi casi si è trovata di fronte a criticità maggiori, sfociate nella morte del paziente”. E’ la denuncia del consigliere Pietro Vignali di Forza Italia, comparsa su “La Verità”. Inoltre, ci sarebbero ambulanze che non avrebbero il navigatore satellitari, e gli autisti sarebbero addirittura costretti ad utilizzare i propri telefoni cellulari. Pensiamo soltanto alla responsabilità qualora il mezzo non riesca ad individuare il domicilio di un paziente in arresto cardiaco o comunque in una situazione di gravità.
Questa carenza di dotazione sarebbe addirittura voluta per evitare responsabilità sulle indicazioni da parte di strumenti che potrebbero contenere eventuali errori cartografici e quindi di target – come ricostruisce l’ex Sindaco di Parma – “Così le responsabilità cadono sugli stessi operatori dei mezzi di soccorso costretti ad usare applicazioni poco affidabili, anche perché non sempre sono in grado di determinare la posizione dei numeri civici e funzionano solo dove c’è copertura internet – ha proseguito Vignali – Ho verificato di persona questa situazione la settimana scorsa nella visita che ho effettuato al Pronto soccorso di Bazzano.“
Il caso dell’Ospedale Rizzoli, realtà di livello internazionale, è eclatante: dal 12 dicembre al 7 gennaio l’attività chirurgica programmata verrà sospesa per risparmiare. Uno stop di quasi un mese. E meno si opera, piu crescono le liste d’attesa. Ma in Emilia-ROmagna, le pre-liste doveva essere un provvedimento “paracadute” e finiscono per trasformarsi in un trucco per mascherare i ritardi. a A Bologna ci sono 107 utenti inseriti in pre-lista per una valutazione audiologica e solo 1 è stato visitato. In 1550 hanno chiesto un’esame all’occhio, presi in carico: 5. Per una visita dall’otorino in 765 hanno fatto richiesta e solo 35 sono stati chiamati.
ll segretario regionale della FIALS Emilia-Romagna, Alfredo Sepe, attacca duramente la decisione dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di sospendere per 25 giorni gli interventi chirurgici programmati. Per il sindacato si tratta di «una catastrofe sanitaria annunciata» che danneggerà cittadini e operatori. Se la misura non verrà ritirata, la FIALS è pronta a proclamare sciopero generale.
Secondo il sindacato, il blocco delle sale operatorie non urgenti aggraverà una situazione già critica. Le liste d’attesa in ortopedia superano oggi i 27.000 pazienti: la sospensione rischia di prolungarle ulteriormente, costringendo molti cittadini a rinunciare alle cure o a rivolgersi al privato.
Lavoratori senza ferie e turni stravolti da stop interventi
Oltre ai pazienti, anche gli operatori sanitari subiranno pesanti ripercussioni. La sospensione delle attività chirurgiche comporterà ferie cancellate, turni riorganizzati in maniera caotica e un sovraccarico di lavoro insostenibile. Per Sepe, si tratta di una scelta che non risolve i problemi economici ma scarica le conseguenze su chi ogni giorno sostiene il sistema sanitario.
Le responsabilità politiche
La FIALS individua chiare responsabilità: il Direttore Generale Rossi, che ha proposto e sostenuto il piano, e la politica regionale. L’Assessore alla Sanità, Raffaele Donini, e la vicepresidente Fabi vengono accusati di immobilismo e silenzio davanti a quella che il sindacato definisce «una catastrofe annunciata».
Pronti allo sciopero generale
La posizione di Sepe è netta: se il provvedimento non sarà revocato, la FIALS proclamerà lo stato di agitazione e uno sciopero generale di 24 ore che coinvolgerà tutto l’Istituto Ortopedico Rizzoli. «Non accetteremo – ribadisce – che la salute dei cittadini e i diritti dei lavoratori vengano sacrificati a logiche di contenimento dei costi».
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