“VOGLIAMO TORNARE A CASA NOSTRA”: MULINO CAVULLA – LOCALITÀ LA MADDALENA NEL VERSANTE DI FONTANELICE.
LA FAMIGLIA ZOTTI, CHE QUALCHE ANNO FA HA RILEVATO IL VECCHIO MOLINO CAVULLA, SFOLLATA DOPO L’ALLUVIONE DEL 16 MAGGIO E COSTRETTA ANCORA A VIVERE IN STRUTTURE RICETTIVE: GLI ENTI PREPOSTI ALLA SISTEMAZIONE DEL COSTONE DI ROCCIA FRANATO E ALL’ARGINE DEL FIUME, AD OGGI, NON HANNO ANCORA EFFETTUATO I LAVORI. E I ZOTTI, ANCHE PER VIA DI UN’ORDINANZA CHE VIETA LORO DI STARE A CASA DURANTE IL MALTEMPO, CONTINUA A PAGARE MUTUO E BOLLETTE PER UN LUOGO IN CUI NON POSSONO VIVERE.

Mascha, qual è la vostra situazione ad oggi?

“Siamo esasperati: siamo fuori casa dal 16 maggio. Abbiamo dei bambini, anche loro iniziano a non sopportare piu questa situazione. Siamo stati in un convento a Tossignano, convivendo con vari tipi di persone in una situazione difficile. Dal 30 settembre ci hanno detto che dovevamo andare via. Siamo andati in un Bed &Breakfast.”
È previsto una sorta di contributo?
Sì, ma consideriamo che dobbiamo comunque anticipare, sono arrivati 800€ dopo tre mesi: ma abbiamo anche il mutuo del molino da pagare. E le bollette. Abbiamo comprato da tre anni, è un molino dell’800, ha una storia ed è un bene culturale. Nel 2000 era stata ristrutturato ma era rimasto disabitato per molto tempo. Nonostante io sia sarda, vengo dal mare, sono qua dal ’99, questo è un paradiso. Prima abitavamo a Casale, ma noi volevamo la nostra privacy, volevamo allontanarci dalla confusione, mio marito guardava le case in sasso e in questo bosco meraviglioso, ce ne siamo innamorati e abbiamo fatto questa scelta.
La casa si trova a Poggio di Sotto lungo la strada Maddalena, sotto alla chiusa, in via Cavulla.

Ci racconti come avete vissuti i drammatici momenti dell’alluvione.
Il 16 maggio il fiume si era ingrossato, ma non era esondato nel punto più vicino a noi – dopodichè il 16 notte, alle 2.30,è successa la catastrofe. È venuta giù il costone della montagna, il fiume ha mangiato nella curva, è venuto giù uno tsunami, siamo scappati, un fracasso di massi che cadevano. Mio marito si è affacciato e ha urlato di scappare, ha visto degli alberi che cadevano sulla nostra canna fumaria, andiamo andiamo” . E l’acqua continuava a cadere, siamo scappati, ho preso solo una bottiglia d’acqua e due pacchetti di cracker, volavano massi e la staccionata è finita a 15 metri di distanza. Dalla paura non riuscivo neanche a guidare, ci siamo rifugiati alla chiesa della Maddalena, siamo stati in auto 11 ore e nessuno ci raggiungeva.


Ad oggi vi sono speranze di poter tornare a vivere serenamente a casa?
“Sono passati quasi 7 mesi ma noi dovremmo andare in un altro BeB: da dove siamo ora dovremmo andare via. Ci hanno detto di andare in un altro B&B. Il contributo regionale non basta a coprire, abbiamo le nostre spese. Noi vorremmo tornare a casa ma devono mettere in sicurezza la casa, occorre rifare l’argine come si deve , mettere in sicurezza il pezzo di montagna che è caduto. Dopo cinque giorni dall’alluvione hanno mandato un escavatorino, facendo un argine provvisorio, ma occorre un lavoro definitivo; siamo senza caldaia, se torna l’acqua siamo daccapo, avevamo 1 metro e mezzo di fango in casa.”
Cosa chiedete ?
“Che venga fatto il lavoro all’istante perché con due bambini non ne possiamo più , vorremmo tornare a casa. Era stata emanata un’ordinanza che prevede che quando vi è maltempo non potremmo nemmeno stare in casa : il fiumeil Rio Grande di Filetto, ci era stato detto era di competenza del Consorzio di Bonifica della Romagna occidentale. Sapevamo dovessero venire loro a fare il lavoro, ma non abbiamo più saputo nulla”.