Diventa un piccolo caso l’ennesimo allagamento dell’autodromo di Imola, più precisamente l’area del paddock 2, invasa dall’acqua della piena del Santerno, che ha sfondato parte del muro di cinta. Immagini che hanno fatto il giro d’Italia e non sappiamo come possano essere state interpretate dai vertici di Formula 1, che tra pochi mesi dovranno posteggiarvi i motorhome. Da anni si disquisisce circa la costruzione di nuovi muri di contenimento, addirittura c’è chi avrebbe a tempo debito chiesto di avere una struttura più idonea a contenere l’acqua. Si parla da tempo anche di paratie stagne. Il primo caso di rilievo risale alla piena del 2014 e sono trascorsi ben nove anni.
Se non altro, perché in caso di allagamento parliamo di disagi notevoli e costi non indifferenti che gravano su Formula Imola, che grazie a Terzomillennio srl a seguito dell’esondazione del Santerno del maggio scorso ha speso 109 mila euro per la pulizia del paddock. Un piazzale che verrà dunque nuovamente ripulito ma che si trova a far fronte a una paradossale quanto inedita situazione. Suo malgrado, trovandosi a diventare una sorta di cassa di espansione “clandestina” o casuale per la popolazione imolese. Le domande, in queste ore si rincorrono, a Campanella c’è chi arriva addirittura a sostenere come “se non ci fosse il paddock ci allagheremmo poi noi”. Difficile da dirsi.

Ma il Sindaco Panieri non si nasconde dietro questa problematica e rivela l’esistenza di un progetto:“Ho incontrato il vice ministro a Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, in autodromo a Imola, al quale ho illustrato il progetto di rafforzamento del muro esterno del paddock”.
Se dalla zona autodromo si potranno, in futuro , dormire sonni più tranquilli , occorrerà capire a Campanella come si potrà arginare il fenomeno. Una cassa d’espansione potrà certamente aiutare “a difendere” la città. Anche in questo caso, il Primo Cittadino espone come ci sia “un progetto di potenziamento delle casse di espansione sia naturali che con i cavatori, per il quale si è avviato il confronto con la Regione“.