Dopo la notizia di laltraimola.it circa la previsione di chiusura della residenza per trattamenti intensivi del dipartimento Salute Mentale, intervengono unitamente le tre sigle sindacali confederali.

“A metà giugno 2023 la Direzione Generale dell’Ausl di Imola informava la RSU e le
organizzazioni sindacali dell’intenzione di chiudere temporaneamente la
Residenza per Trattamenti Intensivi (RTI) del Dipartimento di Salute Mentale,
attivando una convenzione con una struttura privata per dare continuità nella
gestione dei pazienti.”
– fanno sapere le sigle sindacali che, si presume, entro fine mese incontreranno l’azienda proprio per discutere questa decisione.
La residenza, proseguono – “sarebbe stata chiusa fino al termine dell’estate
per permettere ai dipendenti di fruire delle ferie estive. Tutto ciò è stato dichiarato
nell’ambito di un incontro sindacale destinato a informare sulle chiusure estive.
Coloro che rimanevano in servizio avrebbero prestato temporaneamente la loro
opera presso altri servizi della Ausl. Complessivamente si tratta di 6 infermieri e 6
operatori/operatrici socio sanitari.
Già in quella occasione la delegazione sindacale” – avvertono da FP CGIL, CISL Fp e UIL Fpl – “aveva espresso il timore che quella chiusura potesse essere il preludio di una chiusura definitiva, esprimendo l’assoluta contrarietà verso decisioni di quel tipo. Purtroppo dobbiamo dire che avevamo ragione.”

E’, infatti, di questi giorni la
frettolosa comunicazione alle organizzazioni sindacali e la molto più precisa
comunicazione ai lavoratori interessati che la convenzione con la struttura privata
si protrarrà fino al 31 dicembre 2023, e che si prevedono ipotesi di
esternalizzazione del servizio verso un gestore privato.”
– rendono pubblico i confederali – “
Di fronte richiesta delle organizzazioni sindacali di un incontro immediato per
potere discutere direttamente di questa vicenda, l’Ausl ci ha convocato solamente
per la fine di settembre.
Il messaggio che vogliamo trasmettere in modo chiaro e inequivocabile” – osservano Ferretti, Franceschelli e Rago – “è che
siamo contrari a qualsiasi riduzione del perimetro pubblico nella gestione dei
servizi sanitari. E questo non perché riteniamo che il personale impiegato dal
gestore privato sia meno professionale, ma perché riteniamo che solo la gestione
diretta di un servizio sia garanzia di universalità e qualità. Non vogliamo
assolutamente che si proceda a un depotenziamento dei servizi gestiti
direttamente dalla Ausl. Qualora il progetto non venga fermato la risposta sindacale sarà la mobilitazione.