É approdato in queste ore sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari il “caso Manca”. Sembrava che la questione si fosse chiusa e invece, si dovrà esprimere la Giunta per le elezioni, che valuterà se l’elezione di Daniele Manca al Senato sia legittima. Nel 2018, poco dopo l’entrata dell’ex Sindaco a Palazzo Madama, la vicenda emergeva grazie ad un’inchiesta di Dagospia, che rendeva noto come Ernesto Carbone, primo tra i non eletti nel PD a Bologna, aveva depositato un esposto per far valere le sue ragioni. Lui ha sempre negato, anche se l’esposto è stato effettivamente depositato da qualcuno. La notizia non è mai uscita ufficialmente ma si sa, tra i corridoi del Senato le voci girano in fretta.

D’Agostino scriveva cosí “Riuscirà il senatore Pd Daniele Manca a mangiare il panettone al Senato? Il renziano a quattro ruote motrici Ernesto Carbone, primo dei non eletti dopo Manca, scalda i muscoli. Pare proprio che la giunta per le elezioni intenda considerare ineleggibile Manca, che si è candidato pur essendo sindaco in palese violazione delle norme elettorali, e dichiararlo decaduto per la felicità di Carbone…”

Facendo riferimento ad una Legge del 1957, secondo cui non possono essere eletti i sindaci che non abbiano rassegnato le dimissioni entro i 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura, Manca dunque sarebbe a rischio. I tempi tecnici appaiono lunghi, ed i rinvii del Senato hanno reso la vicenda una sorta di telenovela dal finale tranquillamente procrastinabile.

Manca aveva spiegato nella sua lettera di dimissioni da Sindaco, che per concludere tutti i passaggi del mandato amministrativo “occorreva l’avvenuta approvazione del Bilancio di Previsione 2018 e del Piano triennale degli investimenti 2018-2020.”

Si apprende in una recente nota del Senato, da parte della Giunta per le elezioni delle immunità parlamentari, che è poi quella a cui fa riferimento Repubblica: “La Giunta ha proseguito l’esame della verifica elettorale nella regione Emilia Romagna. Il relatore Paroli ha riassunto i fatti e la documentazione relativa ad un esposto che ha sollevato il profilo dell’ineleggibilità del senatore Daniele Manca. Il seguito dell’esame è quindi rinviato.”

Non è l’unico rinvio da parte della Giunta, dal primo datato già 2018 e un’altra discussione nel 2019 che si era chiusa con un “ulteriore approfondimento.” Tuttavia va ricordato che in caso di decisione della Giunta per le elezioni, ci sarà una seconda fase in cui dovrà esprimersi anche l’Aula, in caso contrario le decisioni della Giunta è come se non valessero nulla. Il motivo? Molto semplice. Nel 2008, venne eletto alla Camera l’ex sindaco Pd di Brescia Paolo Corsini, anche lui candidatosi senza dimettersi 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura. In quel caso la Giunta per le elezioni di Montecitorio decretò l’ineleggibilità ma l’Aula non si attenne alla decisione della Giunta e ne respinse la decisione. Corsini venne quindi eletto. Per Daniele Manca si dovrà svolgere lo stesso iter, e se l’Aula del Senato dovesse attenersi alle leggi in vigore a quel punto Carbone sarebbe pronto a subentrare.