A “In Onda estate” su La7 Sabato 19 agosto in collegamento il Presidente Bonaccini e i residenti di via Casolana a Fontanelice. In un primo momento è stata data la parola a Stefano Colli del “Comitato Sp33 Fontanelice” – “prima del video non si era mosso assolutamente niente e invece in un batti baleno i soldi sono stati trovati” – dopodichè è intervenuto Bonaccini: “io vidi il video e feci rispondere immediatamente il mio assessore: quella è una strada provinciale. A me la cosa che ha colpito è la civiltà con cui l’hanno fatta. Che è una cosa molta particolare”.

Ma il giorno seguente la diretta di “In Onda” il Comitato Sp33 è intervenuto tramite comunicato stampa, rivolgendosi direttamente al Pres.te Bonaccini verosimilmente per poter concludere l’argomentazione a corredo del brevissimo intervento concessogli da La7:



“Egregio Presidente Stefano Bonaccini ,
come lei ieri abbiamo subìto i tempi televisivi che ci hanno impedito di raccontare ciò che avevamo da dire.
È vero, siamo amareggiati per il fatto che il nostro video sia dovuto divenire virale per ottenere delle risposte, ma ancora di più lo siamo per la mancanza di rispetto che molte persone, tra cui alcuni giornalisti, hanno dimostrato verso questo evento cataclismatico e la montagna.
Le mandiamo due foto esplicative di quel che possono fare più di 200mm di acqua caduti in poche ore, più di mezzo metro in due settimane, affinché le possa diffondere così che tutti possano capire quale sia stata la furia della natura.


Non ci si venga a dire che, quando cadono intere montagne, la colpa è di chi non ha fatto manutenzione.
Su questo aspetto si può e si deve migliorare, ci sarà tempo per approfondire eventuali responsabilità e cercheremo per le nostre possibilità di dare un contributo propositivo, ma adesso bisogna ricostruire.
Ora il dovere delle istituzioni è riparare i danni prima che si amplifichino: chi ha il potere di inviare i soldi per i lavori li invii subito, chi ha il potere di anticipare l’inizio dei lavori lo faccia subito.
Non si tratta solo di una strada e la vita di qualche decina di famiglie ma di tutto l’Appennino.
Noi vigileremo, anche dopo il nostro nastro d’asfalto, per il bene di tutti.”