Imola. Uno dei progetti del verde più attesi in città riguardava la riqualificazione del Parco delle Acque Minerali. Progetto candidato al PNRR purtroppo non andato a buon fine, poiché le risorse sono state prevalentemente assegnate ai parchi del Sud Italia e anche il nostro polmone verde, come molti altri, è rimasto escluso.
GLI INTERVENTI
Se “bambinopoli” è stata oggetto di investimenti ( nuovi giochi e la palestra all’aperto) oltre che i due nuovi ponti, rimane il nodo relativo al monte Castellaccio e al laghetto degli animali, oltre che un interrogativo legato alle mountain bike sullo stesso Castellaccio, il quale, è afflitto da frane che ostacolano il percorso dal sentiero più stretto. Mentre il luogo deputato ad ospitare anatre, oche e cigni non deve diventare una zona franca o un parcheggio dove abbandonare animali o dove rubarli. Le volontà di migliorare ci sono, occorre capire come e quali tempi, perché sono ormai mesi che le persone ci segnalano le medesime questioni.

LE IPOTESI BANDO
Roberto Bacchilega, l’architetto paesaggista che ha contribuito alla relazione del progetto per il bando del PNRR, ci ha elencato il lavoro svolto: “Io ho contribuito alla redazione del progetto: uno studio di fattibilità dove sono state coinvolte tante persone e tutto l’apparato di Area Blu” – rammenta – “ho preso una serie di idee, come la promozione di iniziative legate allo spazio dell’ex vivaio. C’è da dire” – osserva – “che probabilmente il problema di questi fondi stanziati per i parchi storici, non erano molto elevati” – aggiunge – “avevamo delle linee guida piuttosto precise per cercare di dare risposta alle problematiche presenti all’interno: quella vegetale-botanica, quella strutturale come i ponti e quella legata allo stesso vivaio. Quella della sicurezza come l’introduzione di effetti di valorizzazione legati alle nuove tecnologie” (telecamere e nuova illuminazione)

“Il sistema di videocontrollo era uno degli aspetti introdotti nel progetto” – sottolinea – “ma la questione centrale è che essendoci molti parchi storici in Italia, il bando del PNRR dava priorità a quelli del centro-sud. Mentre al Nord” – spiega il paesaggista – “si parlava soltanto di quelli di grande rilevanza”. Dunque i finanziamenti storico-paesaggistici sono piuttosto risicati: “il progetto alla fine degli anni ’90 fu rivoluzionario. Ma sul futuro non le so dare una risposta” – ammette – “a suo tempo la riqualificazione fu messa nel bilancio del Comune, succede di rado che nascano possibilità di finanziare progetti di questo genere con dei bandi” – continua l’architetto – “è chiaro però che i possono sempre saltare fuori, bisogna anche muoversi in quel mondo, anche a livello europeo. In altri parchi storici da anni è stato vietato l’accesso alle biciclette e viene imposta una chiusura notturna per questioni di sicurezza: “Sono equilibri molto sottili”– conclude Bacchilega – “si dibatte da anni del tema se permettere o meno alle mountain-bike di salire sul Castellaccio.”