giovedì 6 luglio 2023 ore 18

Biblioteca comunale di Imola, via Emilia 80

Alla scoperta di un autore contemporaneo

a 150 anni dalla sua morte: Alessandro Manzoni

Incontro con Valter  Galavotti

Letture di Luigi Tranchini

   Quest’anno ricorrono i 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni. L’autore del più famoso romanzo della letteratura italiana ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra cultura, non solo come scrittore ma anche come figura di spicco del Risorgimento italiano e intellettuale impegnato a tutto  campo.

    Anche la Bim vuole ricordare il 150° anniversario manzoniano proponendo per giovedì  6 luglio alle ore 18 un incontro col prof.  Valter  Galavotti dal titolo accattivante  “Alla scoperta di un autore contemporaneo a 150 anni dalla sua morte: Alessandro Manzoni”.

 In che senso  oggi  si può parlare di attualità e contemporaneità  di Manzoni  riferendosi  soprattutto al suo  capolavoro?  Partiamo dalle parole di due intellettuali autorevoli e anticonformisti come Ennio Flaiano e Alberto Moravia .

Ennio Flaiano: “Ma ci rendiamo conto che “I promessi sposi” sono la storia italiana fissata per sempre, la sua tipologia eterna, una specie di calendario perpetuo, lo zodiaco con i suoi segni inevitabili? Ci saranno sempre da noi due che non possono sposarsi o restare amici perché ci si mette di mezzo l’apparato pubblico italiano con i suoi burocrati, le sue squadracce, la miseria, la peste, la guerra, l’ipocrisia, la paura, il disordine. Manzoni ci abbraccia tutti, i suoi detrattori compresi, e ci spiega a noi stessi“.

Alberto Moravia “I Promessi Sposi” stanno avviandosi a diventare, in una maniera che avrebbe meravigliato lo stesso autore, lo specchio dell’Italia contemporanea. Il romanzo del Manzoni riflette, infatti, un’Italia che, con alcune varianti non essenziali, potrebbe essere quella di oggi. I vizi che vi sono condannati e le virtù che vi sono additate sono gli stessi vizi da cui siamo afflitti, le stesse virtù che si crede di doverci consigliare.”

   Le parole di Moravia e Flaiano chiariscono perfettamente il senso di una moderna rilettura dei Promessi Sposi, un vero e proprio monumento della letteratura della storia italiana, spesso ritenuto troppo ingombrante e logorato dall’uso scolastico e quindi particolarmente esposto a velleità rottamatrici e iconoclastiche.

Nel suo capolavoro, infatti, Alessandro Manzoni racconta il Paese di ieri nel ‘600, di oggi e probabilmente di domani, mafia compresa. Violenza, consorterie, protezioni, complicità, impunità, silenzi, codardie sono simili a quelle proposte quotidianamente dai media.

   “Ed è un peccato – come ha scritto il giornalista siciliano  Giorgio Petta –  che di questo capolavoro assoluto della letteratura mondiale, restino, per la maggior parte di noi, soltanto i ricordi appannati e infastiditi risalenti al periodo scolastico, quando era una “luffa” insopportabile leggerlo, studiarlo e commentarlo in temi dalle tracce spesso indecifrabili. Peccato. Perché in realtà “I promessi sposi” dovrebbe essere il libro da comodino per definizione, sempre a portata di mano, utilissimo per interpretare e capire la quotidianità del nostro Paese “

   Ma perché l’opera manzoniana, la cui attualità è stata riscoperta durante la pandemia, è così vicina alla nostra epoca? La magistrale descrizione della peste che occupa ben tre capitoli deI Promessi Sposi ci ha consentito di vedere meglio come avvenga il processo di negazione di una realtà (la peste ieri il Covid oggi), sgradevole e non facile da accettare. L’auspicio è che, almeno oggi, si evitino gli errori più grossolani e che, come consigliava Manzoni, si segua “il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare”.

Oppure pensiamo al tema della prepotenza dei bravi, cioè della delinquenza al servizio dei  potenti del ‘600 così centrale nel romanzo e  cosi affine alla  criminalità organizzata dei nostri giorni.  Che risposta si dava a questo problema? Con una grida dietro l’altra, stesa in un linguaggio sempre più minaccioso e con l’aumento esorbitante delle pene. Naturalmente, ogni nuova grida rendeva meno efficace la precedente, che tuttavia rimaneva in vigore; poiché i bravi non si estinguono a colpi di grida, allora occorrono pene sempre più gravi. Sono due fenomeni che i giuristi oggi chiamano nomorrea e sanzionorrea: cioè, l’eccesso di leggi e l’eccesso di pene. Si pretende di combattere il male moltiplicando le leggi e aumentando in modo esorbitante le pene: come se la gente diventasse buona per legge. Non sono forse due dei mali che affliggono la nostra società, il moltiplicarsi di leggi spesso in conflitto tra di loro e l’aumento esorbitante delle pene minacciate al reo?

“Ebbene – suggerisce Valter Galavotti – lasciate a casa pregiudizi e penne rosse che dovrebbero servire ad evidenziare errori,orrori e difetti del noiosissimo e  moderatissimo don Lisander Manzoni e preparatevi a fare un viaggio inedito e pieno di sorprese dentro una storia potente e moderna capace di scolpire in modo acuto e profondi carattere della società italiana con i suoi vizi e qualche volta con le sue virtù ci divertiremo e forse riusciremo a scoprire qualche cosa di nuovo su di noi e sul paese in cui viviamo”