L’Assemblea generale delle Nazioni unite compie all’unanimità passi fondamentali per i bambini: nel 1959, con l’approvazione della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, e nel 1989, quando con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia si passò da pur importanti proclami a più concreti obblighi che gli stati sottoscrittori si impegnano a rispettare. E che paesi come l’Italia a sufficienza non rispettano, perché ai diritti dei bambini continuano a preferire le relazioni con la Chiesa.

Parte integrante della convenzione è l’istituzione del Comitato sui diritti dell’infanzia, che verifica i rapporti periodici che gli stati membri sono tenuti a presentare. E proprio da questi esami emergono pesanti bocciature dell’Italia su due fronti di enorme rilievo: la discriminazione infantile nella scuola pubblica e gli abusi sessuali.Nelle osservazioni conclusive del comitato del 2003, 2011, 2019, a proposito dell’ora alternativa nella scuola pubblica si ribadisce un concetto molto semplice: l’ora di religione non può essere di fatto obbligatoria e va garantito il libero svolgimento di quella alternativa. 

Da anni segnaliamo:

L’assenza di programma, la mancanza degli insegnanti dedicati all’apertura della scuola, il far permanere gli studenti all’interno della classe durante l’ora di religione, affidare gli stessi ai bidelli o lasciarli liberi per i corridoi, così come la mancata informazione data ai genitori sulla possibilità di frequentare l’ora alternativa…, tutti ostacoli, quotidianamente praticati(volenti o nolenti) da innumerevoli istituti imolesi, che impediscono di fatto il regolare svolgimento dell’ ora alternativa.Apprendo dalla carta stampata, della marcia per i diritti dell’infanzia prevista per il 25 novembre durante la quale il sindaco Marco Panieri e il vice sindaco ed assessore alla Scuola, Fabrizio Castellari consegneranno simbolicamente alla città il testo della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza firmata il 20 novembre 1989.

Mi permetto di consigliare a Sindaco e Assessore alla Scuola, entrambi cattolici dichiarati, di leggere e consegnare alla città anche le osservazioni del “Comitato sui diritti dell’infanzia” e di verificare presso le scuole di ogni ordine e grado se i diritti dei bambini vengano effettivamente garantiti, onde evitare di far sorgere il dubbio alla cittadinanza che sia l’ipocrisia il tema della manifestazione e non i diritti dell’infanzia

Roberto Vuilleumier

Delegato Uaar Imola e Castel s Pietro Terme