Imola. Per capire meglio in quale modo sia “arrivata” la comunicazione del rientro a zona gialla, era giusto parlare con i diretti interessati. Uno dei settori più colpiti dalla zona Arancione è senz’altro quello della ristorazione. Il titolare di una nota trattoria della zona, ci ha spiegato alcuni passaggi di come sta avvenendo il rientro a zona gialla.
Quando avete saputo del rientro in Zona Gialla?
“La comunicazione ufficiale è stata diramata nella serata di venerdì 29 gennaio. Alle otto di sera! Io nel frattempo avevo già ricevuto molte telefonate di prenotazione per Domenica 31 a pranzo. Qualcosa mi ha spinto però a riferire ai clienti che non era certo che avrei potuto accoglierli, proprio perchè la firma dell’ordinanza ancora non era avuto luogo e la comunicazione era per il momento ufficiosa.”
Come avete gestito la situazione?
“Come sempre, improvvisando un po’, anche perchè il cambio delle zone è sempre avvenuto di Domenica. Questa volta no, chissà cosa gli è passato per la testa. Infatti questa novità ha disorientato tutti noi del settore…”
In quale modo?
“Gli ordini, della carne ad esempio. Tutti disdetti al fornitore da parte dei miei colleghi ristoratori. Io sono l’unico che l’ha mantenuto, sperando di smaltire tutto in settimana. Il mio è un ordine di carne di 600€. Metterò gran parte delle cose più fresche come “menù del giorno” in modo da buttare via meno quantità possibili”
E i fornitori hanno accettato le disdette?
Il nostro sì, tranquillamente. Vedendo la situazione. Io di solito inizio a mettere tutto sotto-vuoto in modo da recuperare più carne possibile.
Alcuni organi vicini al Governo però hanno risposto al vostro settore dicendo che vi sareste dovuti attenere alle comunicazione ufficiali…
“Noi non possiamo aspettare i tempi della politica. Alle otto di sera i nostri fornitori han già chiuso i negozi. Gli ordini vanno fatti per tempo, in modo che la carne ad esempio, possa essere macellata e le porzioni per tutti i ristoranti possano essere preparate per tempo. È una follia. Adesso rischiamo di riaprire per altre due settimane rischiando poi di richiudere nuovamente.”