La storia della chiusura di Giardino Alberghetti risale alla fine degli anni ottanta, quando il Giardino all’Italiana venne dismesso per far spazio alle targhe dei caduti, provenienti dal Monumento; quest’ultimo in attesa di essere trasferito da Piazza Matteotti verso un luogo all’epoca ancora ignoto. Una vicenda dai forti connotati politici, dove a farne le spese fu il giardino, che nessuna colpa aveva.

“Nel piano investimenti 2014-2016 del Comune era previsto di spostare l’attuale ingresso della biblioteca comunale proprio nell’attiguo giardino ex Alberghetti, con ulteriori interventi di riqualificazione del giardino stesso”

Decisioni divisive e mai comprese dai cittadini: eravamo nel pieno di una guerra politica per il trasferimento del Monumento ai Caduti da Piazza Matteotti. Una vicenda che tra cause e appelli al Tar perdurò per 15 anni.
Più recentemente, con l’amministrazione Manca c’era la volontà di spostare l’ingresso della Biblioteca nell’allora Giardino Alberghetti, con il ripristino del medesimo. Per una serie di motivi a noi sconosciuti la cosa non vide mai la luce.
All’epoca della costruzione del muro con le targhe, la conseguente copertura del giardino non passò inosservata. Qualche cittadino scrisse ai giornali, qualcun altro arrivò addirittura ad imbrattare il muro del vicino teatro per protestare contro la chiusura dello spazio verde.
Alla fine, una delle conseguenze della disputa politica inerente al Monumento ai Caduti, fu proprio la chiusura di Giardino Alberghetti. L’innalzamento di un muro in cemento, dove, ai suoi piedi, trovò poi spazio una rastrelliera porta biciclette, in favore dell’unico giardino all’italiana sulla Via Emilia. Quel muro, come una sorta di grande lapide, avrebbe poi ospitato le targhe coi nomi dei Caduti della 1a Guerra Mondiale, prelevate dal Monumento e affisse in quel nuovo sito fino a quando il Monumento non venne trasferito definitivamente nel Giardino Curti. Intanto il sipario era ormai definitivamente calato su Giardino Alberghetti: una vera chicca, un piccolo capolavoro incastonato tra la Biblioteca e il teatro.


Del cancello si persero le tracce assieme ai lampioni e ai leoni che ornavano il parchetto. Dei leoni in marmo, sappiamo, essere custoditi nei magazzini comunali di Sante Zennaro. Dei lampioni e soprattutto della cancellata liberty non si hanno più notizie. Un fatto sconcertante. Quel bel cancello in ferro è al centro di voci sulla sua attuale ubicazione: una vendita poco chiara, o uno scambio, avvenuto in sordina, che avrebbe come protagonista qualche ex potente che riuscì ad accaparrarselo.
La cancellata non sarebbe mai uscita dalla città, e potrebbe essere attualmente ubicata in qualche bella villa.