Imola. A molti il nome Giovanni Guerrini potrebbe dire poco o nulla, in realtà parliamo di uno dei più importanti esponenti del Made in Italy del ‘900. Architetto, pittore, incisore, inventore d’arte, insomma, un vulcano poliedrico consacratosi con l’architettura razionalista.
Nacque a Imola nel 1885. Si formò a Faenza presso la Scuola d’Arti e mestieri, dove iniziò a far parte del cosiddetto “Cenacolo Baccariniano”, poi Accademia di Belle arti di Firenze e nel 1913 diploma per l’insegnamento del disegno presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Inizia a insegnare alla scuola Minardi di Faenza, poi architettura e pittura decorativa all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Nel ’22 partecipa alla Biennale di Venezia.

Guerrini da giovane


La sua carriera decolla con le arti visive piu realistiche a partire dalla seconda metà degli anni ’20, quando riceve prestigiosi incarichi a Roma, dove si trasferirà poco dopo.
Nel 1929 partecipa all’Esposizione internazionale di Barcellona e alla Fiera Internazionale di Lipsia. Nel 1931 partecipa alla quadriennale di Roma dove cura l’arredo del Palazzo delle Esposizioni.

Operai durante una pausa della costruzione dell’EUR

LA RIUSCITA DELL’AMBIZIONE: GUERRINI DISEGNA IL “COLOSSEO QUADRATO”
E’ il 1938 quando vince, con Mario Romano ed Ernesto Lapadula il concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana: all’E42, meglio conosciuta come l’Esposizione Universale di Roma del 1942. Quel grande palcoscenico internazionale ove Mussolini voleva sorprendere tutti con il “suo” EUR, un quartiere costruito dal nulla nella periferia romana al fine di celebrare e rievocare i fasti dell’antico impero romano in chiave moderna.
L’esposizione non si farà mai a causa dell’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale.
Guerrini onorò le richieste del bando, che indicavano come il palazzo avrebbe dovuto “esprimere ed esaltare in forma chiara, evidente e comprensiva, la sintesi della Civiltà italiana dalle origini ad oggi, nell’arte, nella tecnica, nella scienza, negli eventi storici, nelle leggi sociali,nel pensiero filosofico, politico, religioso”.
Il progetto del “Colosseo quadrato” ebbe una gestazione assai complessa, che lo portò, grazie agli schizzi preliminari del Guerrini che avevano fin da subito individuato gli iconici tratti dell’edificio, a trasformarlo in uno dei simboli dell’architettura italiana riconoscibile nel mondo.

IL PROGETTO
Il disegno espresse fin da subito il protrarsi in modo quasi ossessivo del tema degli archi, filo conduttore come elemento distintivo che legava l’edificio nascente al Colosseo. Poi, avrebbe liberato la struttura dalla presenza “archeologica” riconducendola ad un’idea più futurista, quasi metafisica.
Tuttavia, è doveroso ricordare quanto in pochi conoscono: la commissione esaminatrice chiese alcune modifiche a Guerrini, circa la collocazione delle statue, la riduzione del numero dei piani e degli archi, una soluzione angolare più spessa, l’eliminazione delle grandi rampe discendenti all’interno. Nacquero delle paure sulla conservazione, dopo queste modifiche, della perfetta misura di un quadrato dell’edificio che portarono Guerrini a non riconoscere più il progetto; non accettando le correzioni impostegli e quindi negando la validità al palazzo come verrà poi completato dall’ente. Venne costruito, pensate, in soltanto due anni: il cantiere aprì nel ’38 per concludersi nel 1940.


GLI ULTIMI ANNI
Nel 1946, dopo la guerra e la caduta del regime, Guerrini si ritrova senza lavoro. Fa rientro a Roma con sua moglie, ma trova la casa occupata. Nonostante l’impegno profuso per l’affermazione dell’artigianato italiano nel mondo, un’attività grafica pittorica totalmente immune da ogni accento apologetico, pagherà severamente le sue compromissioni con il regime. Prima di rientrare nel suo ambiente dovette infatti attendere alcuni anni, sebbene non più con un ruolo da protagonista. Tuttavia, negli ultimi anni, verrà invitato in molte mostre riconquistando una nuova popolarità, specie in Romagna.

Giovanni Guerrini muore a Roma nel 1972.
A Imola, sua città natale, non vi è nulla che ricordi la sua esistenza e le sue opere, forse per un certo timore legato ai preconcetti e alle ideologie: o forse per la mancanza di una convenienza nel parlare di questo artista. Solo la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola ha organizzato una mostra e sostenuto un importante volume, edito da La Mandragora, che vi consigliamo e sul quale questo articolo ha fatto riferimento – “GIOVANNI GUERRINI – Dalla bottega dell’arte al Made in Italy ” 2011 .
L’editrice La Mandragora ha editato un altro volume, a cura di Elisabetta Colombo Guerrini, nuora dell’artista e curatrice dell’archivio Guerrini – “Giovanni Guerrini, Metalli”.