Sarebbe stato curioso riavvolgere i nastri a due anni fa, e vedere quali reazioni avrebbe scatenato la chiusura dello Zoo Acquario. Quando guidava la città Manuela Sangiorgi, tanto per fare un esempio. Chissà quante vesti stracciate, per commentare la “mala amministrazione” della città sul Santerno con la chiusura di una realtà così celebre. Vox Populi: “Ah, ma non è mai andato lo Zoo Acquario”. Intanto ogni classe di imolesi andava a visitarlo.
Questa volta non si è sentita volare una mosca purtroppo dalla politica, a sostegno di un disperato intervento di salvataggio della struttura. A parte qualche urlo strozzato che giustamente sta arrivando a sostegno del mantenimento della realtà faunistica.
Occorrerebbe trovare un gestore, subito, quando la struttura è ancora in vita. Questo lo si dovrebbe quantomeno alla memoria dell’appassionato fondatore Alberto Tassinari. Sappiamo bene che quando chiuderà poi sarà difficile, se non impossibile, riavviarla, con ormai tutte le specie spostate chissà dove.
Intanto, dopo un comunicato dalla destrorsa “Fratelli d’italia”, a firma di Nicolas Vacchi, è intervento anche il Movimento 5 Stelle, con il baricentro a centro-sinistra.

“Imola, da città vivace e attraente, diventa sempre più anonima e grigia. Dopo aver perso la storica e gratuita discoteca delle Acque Minerali, progressivamente si assiste al degrado del parco, che non ha praticamente nemmeno più gli ospiti del laghetto; inoltre gli ex Circoli in centro diventati una casa degli spettri, il nuovo progetto di realizzazione del River Side non previsto nel bilancio 2021-2023. Si fanno così ulteriori passi avanti verso la trasformazione della nostra Imola in una anonima città dormitorio, che non si mantiene all’altezza della propria storia e cultura e non solo non le arricchisce, ma progressivamente perde terreno. “

“In questo panorama la perdita dello Zoo Acquario intristisce ulteriormente: meta da sempre di scolaresche, era un tassello di quella educazione ambientale che evidentemente si preferisce demandare sempre di più ai soliti noti, non certo aderenti ai modelli più innovativi. “

“Con la perdita dello Zoo Acquario i cittadini imolesi non hanno perso solo un divertimento o una curiosità, ma si vedono regredire verso un sistema in cui tutto ciò che non è immediatamente utile, produttivo, redditizio, viene dismesso come un orpello, a discapito della qualità della vita, una vita in cui soprattutto le giovani generazioni si ritrovano con un orizzonte sempre più ristretto a uniformi panorami urbani.  
Non vogliamo credere che l’apertura dello Zoo Acquario dipendesse dal fatto che la struttura fosse gestita fino a pochi anni fa da una società esterna, nella quale casualmente lavorava una consigliera del Pd imolese, e dai  contributi che per anni le società partecipate pubbliche davano al gestore di questa struttura. Facile fare impresa con i soldi pubblici. Oggi i nodi sono venuti al pettine: invece di affrontare il tema si preferisce mandare in malora un patrimonio pubblico che in quanto tale avrebbe dovuto, a nostro avviso, essere mantenuto e valorizzato.”
Movimento 5 stelle Imola