“Ho nuovamente problemi a far rispettare i diritti di chi non si vuole avvalere dell’ora di religione.” scrive Massimo, un genitore che aveva già segnalato diverse volte la questione, ma a quanto si apprende, rimasto inascoltato “siamo alle solite. Inizia l’anno scolastico e per chi ha chiesto di usufruire dell’ora alternativa alla religione manca qualcosa: o l’aula o l’insegnante.”
I giorni passano, la risposta si fa attendere. L’uomo riscrive al dirigente dell’Istituto Valeriani: “non avendo a tutt’oggi ricevuto riscontro, la informo di averle inviato a mezzo raccomandata la diffida che trova a margine”.
Massimo allega la diffida. In sostanza, alla figlia dell’uomo pare sia stata negata di usufruire dell’ora di alternativa. Nella fattispecie, nell’ultimo episodio contestato non essendo disponibile l’insegnante di Alternativa, quella di Religione aveva proposto agli studenti di rimanere tutti assieme nella stessa classe.

A questo punto, il genitore si è messo in contatto con la sezione locale del UAAR, che a sua volta ha scritto al Dirigente scolastico. Come si apprende, Roberto Vuilleumier, responsabile della Sezione di Imola, ha comunicato al Dirigente del Valeriani che “non è la prima volta che accade un episodio simile” – ha introdotto
“E non è la prima volta che negli anni a questo alunno viene riservato questo discriminante trattamento. “

Secondo le testimonianze, durante l’Ora Alternativa a Imola, dal 1985 ad oggi, si è assistito un po’ a tutto” -ricorda Vuilleumier – dal gioco del “tabu” nei corridoi, alle dormite in palestra, fino addirittura all’affidamento dei non avvalentisi ad un prete ed alle sue lezioni di “morale”.
E spiega- “Troppo spesso tali fatti non vengono apertamente denunciati per via del timore di essere ulteriormente discriminati da un sistema scolastico troppe volte “distratto” e “inadeguato” che pare ignorare le normative a tutela di chi non vuole avvalersi dell’”Irc”.Il “boicottaggio” dell’ora alternativa non pare essere dovuto alla “distrazione” degli istituti ma di fatto ad una volontà di omologazione sociale con evidenti profili discriminatori. Esistono molti modi per “discriminare” coloro che non si avvalgono dell’ ora di religione Cattolica, tra questi, ritardare tutti gli anni l’attivazione dell’ora alternativa, parcheggiare i non avvalentisi dell’IRC in corridoi o addirittura nella classe dinanzi al docente dell’Ora di Religione.