I 200 Mila Euro scomparsi, il sindaco Panieri ha annunciato nei giorni scorsi che sono stati ritrovati. Ci scrive Isabella Maria Bacchini, ex Presidente del collegio Sindacale di Area Blu “Misi in guardia l’ente sui pagamenti, poi mi vidi costretta a depositare un esposto alla Corte dei Conti”
Lei è stata per diversi anni presidente del collegio sindacale di Area Blu. Come ricorda questo
periodo?
«Ero già Presidente del Collegio sindacale quando divenne Sindaca Manuela Sangiorgi.
Il Presidente di Area Blu era Vanni Bertozzi che però si dimise, come dovuto una volta
nominato il nuovo sindaco.
Il Direttore Generale era Carmelo Bonaccorso che scelse un Direttore amministrativo/finanziario, il quale aveva le deleghe per operare sulle Banche e naturalmente
aveva un suo token bancario.»
All’epoca poteva capitare che qualcuno che non avesse la delega potesse effettuare bonifici?
«No, era praticamente impossibile. Perchè erano stati messi tutta una serie di controlli quando io ero presidente del collegio sindacale, e quando effettuavo le mie verifiche non trovai mai nulla di strano. Poi però Bonaccorso andò via per dissidi interni, problematiche con la nuova
Presidente del CDA, ma che non riguardavano la parte finanziaria che era perfettamente sotto
controllo.»
Poi, che succede?
«Nel frattempo iniziano a dimettersi molte persone, tra cui il Direttore Finanziario amministrativo
e la stessa Presidente che non venne sostituita. Per me il vero momento di
maggiore caos nella struttura coincise con l’epidemia del COVID.»
Mi spieghi.
«A giugno del 2020 mi dimisi anche io dalla carica di Presidente del Collegio sindacale.
Tra l’altro mi avevano promesso proprio la carica di Presidente del Cda di Area Blu al fine di
rimettere in carreggiata la società ed anche in alternativa la Presidenza di CONAMI, ma le
promesse ovviamente non vennero mantenute dalla politica che evidentemente aveva altri piani. Olivieri venne nominato presidente del CDA.
Rimasi come Presidente dell’Organismo di Vigilanza avendo ancora 2 anni di carica. Non mi
sentii di lasciare la società al suo destino.
Avevo a questo punto poteri di controllo, ma ovviamente non essendo più nel Collegio
Sindacale non potevo partecipare ai consigli di amministrazioni. Il nuovo collegio sindacale,
invece, sì.»
Cosa successe dopo?
«Che abbiamo continuato a fare il nostro dovere e io poco tempo dopo, direi nell’ottobre del 2020 fisso un incontro, come nostro preciso compito, con il nuovo Presidente del Cda Olivieri che mi ascoltò attentamente.
Gli dissi che ovviamente i settori più delicati della società erano i settori delle gare ed
ovviamente che doveva dedicare particolare attenzione agli incassi ed ai pagamenti della
società. In particolare sui pagamenti doveva seguire una procedura complessa ma sicura.
Un aspetto molto delicato era chi materialmente utilizzava il token.
Mi venne riferito che procedeva ai pagamenti il responsabile finanziario – amministrativo che
però non aveva deleghe e che quindi utilizzava il token del Presidente.
Sconsigliai questa procedure al Presidente Olivieri che mi ascoltò e mise in campo una
procedura sicura con suoi controlli specifici.
Controllammo le operazioni per tutto il periodo in cui rimanemmo in carica in affiancamento al
Presidente e non rilevammo problemi. Il nostro lavoro,di adeguato controllo, mi risulta sia stato di recente confermato anche da una società di revisione che ha effettuato controlli anche sul passato ante 2022. Nel 2022 il Sindaco di Imola non confermò Olivieri e nominò un nuovo Presidente ed un nuovo Cda.»
A quel punto?
«A quel punto io, come mio preciso dovere,iniziai a chiedere, attraverso varie mails, un incontro
con Nanni, divenuto Presidente. Lui era obbligato a riceverci.
A mio avviso il Presidente non volle incontrarci sapendo che eravamo in scadenza e si affrettò a fare uscire un bando di gara per nominare un nuovo organismo. Il CDA approvò un nuovo
Modello Organizzativo, senza il parere preventivo dell’Organismo di Vigilanza, come invece
andava fatto.
Ormai ero in forte polemica con Nanni, e a quel punto, quasi al termine del mio mandato inviai
una pec al Presidente specificando che a mio parere la società aveva grossi problemi, che alcuni settori non erano controllati e che l’avviamento del nuovo Modello Organizzativo era stato effettuato senza il nostro preventivo parere.
Pervicacemente il Presidente non si degnò di incontrarmi e onestamente dovetti faticare ad avere i documenti per i controlli finali. Tutto quello che sto affermando in questa intervista è provabile con mails e pec.
Si sottovalutò la situazione ed anzi divenni personaggio sgradito proprio perché volevo
documenti e volevo effettuare controlli, compresi quelli sui pagamenti e sugli incassi.
All’epoca faticavano a chiudere il Bilancio anche a causa di un nuovo programma di contabilità.
Io andai via il 27/07/2022 proprio poco prima del periodo del primo ammanco.»
Dopo quello che è successo, quali sono le domande che si è posta?
«Ad esempio dove fossero i miei colleghi dell’Odv e perché non hanno controllato le modalità
delle procedure dei pagamenti. Sono controlli tipici del collegio sindacale, dell’organismo di
vigilanza, della società di revisione. Cosa è veramente successo? Io in quella pec scrissi tutto. Io controllavo e velocemente fui messa da parte anche in malo modo. Per me la situazione di
pericolosità era assolutamente visibile, ho rilevato la situazione prima dei noti eventi ma non
sono stata ascoltata. Ripeto le mie affermazioni sono tutte suffragate da documenti, mails e pec.
Specifico anche che, data la situazione e l’atteggiamento ostativo del Presidente, mi sono vista
costretta a depositare un esposto sullo stato della Società presso la Corte dei Conti.»
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