Il caso delle Cantine Brusa, il consigliere Fabrizio Castellari ha firmato un’interrogazione per chiedere alla giunta di viale Moro quali ulteriori informazioni abbia sulla vicenda e se intenda farsi parte attiva per la migliore risoluzione della stessa e la tutela di lavoratori e lavoratrici coinvolti.
E anche “Se alla luce della nuova procedura di liquidazione giudiziale, intenda farsi promotrice presso il Ministero affinchè la cassa straordinaria per crisi d’impresa, richiesta dal mese di febbraio scorso, sia convertita in cassa per cessazione di attività lavorativa. “

E ancora se “intenda farsi promotrice presso il Ministero affinchè sia garantita la fruizione di tutta la cassa integrazione per un anno con decorrenza da febbraio 2025 e fino a gennaio 2026, ed affinchè siano effettuati velocemente i pagamenti – fermi dallo scorso febbraio – dell’indennità di casa.
LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE – INDAGA LA FINANZA
Il Tribunale di Bologna ha dato il via all’apertura della procedura di liquidazione giudiziale di Cantine Brusa: l’azienda, che conta una quarantina di dipendenti, aveva presentato istanza di accesso alla composizione negoziata della crisi a dicembre – come vi avevamo nel precedente articolo– per far fronte alla grave situazione venutasi a creare su cui ha influito il mancato sviluppo, nei termini previsti, del piano di concordato avviato nel 2016.
Qualche mese fa Cantine Brusa – fa sapere ANSA – è stata oggetto anche di un accesso della Guardia di finanza, che avrebbe portato all’acquisizione di alcune carte. Ci sarebbe un’attività della Procura di Bologna, attualmente in corso.
Le difficoltà dell’azienda risalgono al 2015, quando la storica realtà dozzese finì al centro di un’inchiesta per l’adulterazione dei semilavorati. Da lì la crisi, la difficoltà di ricorrere a finanziamenti bancari, il prolungamento del sequestro del magazzino, il pessimo andamento dell’annata 2017 e infine il Covid.
Come esperto era stato nominato il commercialista Renato Santini, il cui mandato è scaduto il 10 giugno quando, realizzata l’impossibilità di realizzare il piano di composizione negoziata del debito, l’azienda ha deciso di portare i libri in Tribunale.
I dipendenti, che avevano ricevuto la cassa integrazione fino a gennaio, sono una trentina e non ricevono più nulla da febbraio.
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