Al vaglio degli inquirenti le registrazioni delle telecamere presenti nei pressi dell’ex bar Bacchilega, dove ieri, sabato 25 settembre, c’è stata una baruffa tra un uomo e una donna di colore, attivista di Trama di Terre.

Nelle registrazioni pare confermato che sia stata ripresa la scena.
L’uomo avrebbe provocato verbalmente la donna, madre di due figli,che avrebbe reagito picchiando l’uomo, che però pare che le avesse precedentemente dato una spinta. Questo almeno secondo il racconto dei presenti. Quest’ultimo si è dovuto poi recare al Pronto Soccorso con diversi graffi fra cui uno che interessava l’occhio.
Secondo Trama di Terre, la donna avrebbe risposto alle aggressioni verbali dato che stava venendo offesa e l’uomo l’avrebbe aggredita fisicamente.
Diversa la versione dell’uomo e di un presente, Valerio Giovetti, che ha poi ribadito il suo racconto agli inquirenti. Giovetti stava partecipando al banchetto politico di ItalExit a pochi metri, ed ha visto la scena:


“Noi eravamo li di fianco con il nostro banchetto. Non abbiamo visto l’inizio, ma soltanto da quando è iniziata la baruffa. A me il ragazzo coinvolto nell’aggressione mi ha riferito di aver fatto alla donna una provocazione verbale. Al che lei gli avrebbe messo le mani sulla bicicletta, e lui le avrebbe dato una spinta.
Quando siamo intervenuti noi, lei ha cominciato a menargli delle gran botte, ma gli dava dei cazzotti proprio, era irrefrenabile. Ho cercato con altri a frenarla e tenerla indietro, ma alla fine lui le ha prese..Lui ha preso graffi, la donna gli ha strappato la catenina e tutta la maglia. Nel vedere alcuni versioni di oggi, Domenica, sono rimasto poi basito da come la vicenda è stata strumentalizzata da Trama di Terre.”

Diversa la versione di Trama di Terre, che ha inviato un lungo comunicato :Questa mattina (Sabato 25, ndr) una attivista, socia e consigliera del direttivo di Trama di Terre, mentre si dirigeva in Piazza Caduti per la Libertà per partecipare al presidio di solidarietà Con le donne afghane, per i diritti, l’autodetermi-nazione e la libertà di tutte le donne, con particolare attenzione, in questa occasione, per le profughe afghane e le migranti, è stata aggredita sia verbalmente che fisicamente da un uomo violento che l’ha accusata, in quanto donna “negra”, di essersi fatta fare “il lavaggio del cervello da quelle Merde di sinistra”, indicando la compa-
gna che era con lei, “veri ed unici responsabili dei problemi in Afghanistan e in Africa”. Quando la nostra com-
pagna nell’esercizio del suo diritto, ha risposto alle aggressioni verbali dicendogli “così mi offende”, l’uomo
l’ha aggredita fisicamente nel tentativo, tutt’altro che simbolico, di cacciarla via da questo territorio ovvero dal-
la città di Imola. Il violento ha scelto di aggredire la nostra compagna nera, non le altre due donne bianche con
lei.
Questa aggressione in pubblica piazza, alle 11 di mattina, sotto l’orologio, in mezzo alla gente che distrattamen-
te si dedicava allo shopping, la dice lunga sulle difficoltà e le aggressioni che le donne vivono quotidianamente
da parte di uomini violenti e razzisti e che noi, come Trama di Terre, quotidianamente denunciamo e affrontia-mo, ma soprattutto sul senso di impunità sul quale gli aggressori contano visto che pare si sentano quasi legittimati ad agire in questo modo contando sul clima di odio e di razzismo che ha infestato anche questo territorio.
Un clima che denunciamo ormai da troppo tempo, favorito e nutrito da disinteresse o indifferenza di una politi-
ca ormai assuefatta alle peggiori violazioni dei diritti umani e dei diritti delle donne. La donna che ha subito
questa vile aggressione era in compagnia di due delle sue figlie, di 7 e 3 anni, che si sono spaventate fino alle
lacrime nel vedere la loro mamma aggredita in quel modo. Fortunatamente tutte e tutti le/i presenti in piazza
hanno contribuito a tranquillizzare le bimbe e ad accompagnare la donna al pronto soccorso in attesa di sporge-
re denuncia per l’accaduto. Fin qui i fatti.
Inutile ribadire che non vogliamo che questo episodio venga derubricato a mero atto di un folle, di uno squili-
brato. Pensiamo che atti come questi, che in Italia si susseguono ormai frequentemente tanto da coinvolgere
anche una città come Imola, che si è sempre detta antifascista e rispettosa dei diritti di tutti, debba far scattare
l’ennesimo campanello d’allarme. Eravamo in piazza non solo per denunciare ciò che sta soffrendo il popolo
afghano e in particolare le donne, ma anche per dire che questa crisi non è soltanto umanitaria e figlia di una
guerra che non ci riguarda ma anzi, che ci riguarda eccome! e che soprattutto ci interroga sulle responsabilità
del nostro Paese, in politica estera ma soprattutto in politica interna.