Le trattative per la vendita dell’ex Casa del Dopolavoro proseguono e dall’anno scorso sono in aumento gli interessamenti. Ma una serie di fattori scoraggiano i papabili acquirenti. Un gruppo estero voleva ricreare una piccola City Life ma avrebbe richiesto anche l’utilizzo del Giardino Rambaldi.


Imola. “L’immobile è bellissimo ma alla fine non c’è nessuno che sia disposto a mettere sul tavolo una tale quantità di denaro solo per comperarlo ma anche per riportarlo a nuova vita.” E’ quanto ricostruisce l’agente della Lhuxor, importante realtà immobiliare bolognese –“L’immobile deve essere oggetto di un intervento di ristrutturazione sostanzioso, quindi i due milioni che vengono chiesi per l’acquisto sono una cifra molto più bassa rispetto a quanto necessiterebbe poi riportarlo a nuova vita. Quindi è un impegno economico importante,occorre fare business, altrimenti non si rientra dall’investimento, a meno che non nasca una cosa legata al sociale, come prima – ricostruisce – “e allora si sarebbe potuto fare. Ma venne venduto. Magari sarebbe potuto essere riadattato coi fondi del PNRR e ora sarebbe a disposizione della cittadinanza.
Noi abbiamo avuto degli interessamenti da alcune imprese edili” –
rammenta l’immobiliare – “anche da fuori Imola per riadattarlo a complesso residenziale, che però non è consentito.(vincolo Soprintendenza) L’ideale è l’avvento di un’attività che renda. Inoltre” – ammette – Abbiamo avuto l’interessamento di un gruppo estero che voleva realizzarci una specie di City Life, come a Milano. Le dimensioni erano ideali però avevano bisogno di utilizzare lo spazio esterno dei Giardini San Domenico. Non gli bastava il piazzale dei circoli. Perchè loro vivono di dehors e ristorazione all’aperto. Se gli avessero dato in gestione i giardini allora lo avrebbero probabilmente acquistato, sappiamo che non era naturalmente fattibile. I nostri contatti continuano” – conclude – nell’ultimo periodo abbiamo incontrato più persone interessate rispetto a prima ma il risultato finale non è mutato.”