TOSCANELLA DI DOZZA: POSSIBILE IMPIANTO DI SOIL WASHING ALLA EX MARTELLI, INTERVISTA A LUCA MAINIERI, CANDIDATO SINDACO DI DOZZA
Qual’è la vostra posizione sulla vicenda in merito al futuro della Ex Martelli?
“La questione dell’impianto trattamento rifiuti della ex Martelli la si vuole fare diventare
oggi un argomento da campagna elettorale, ma questo argomento è troppo importante
per la nostra comunità per farlo diventare una battaglia ideologica ed elettorale.
Questo progetto risale al 2021 e già allora i cittadini avevano fatto petizioni e raccolto
circa 900 firme. Io, come centinaia di cittadini, siamo nettamente contrari alla
realizzazione dell’impianto di trattamento rifiuti della ex Martelli a Dozza e Toscanella.
Le nostre preoccupazioni riguardano diversi aspetti, tra cui l’ubicazione dell’impianto
vicino ad abitazioni, aziende alimentari e vigneti, l’impatto ambientale e sulla salute, il
traffico generato dall’impianto, il consumo e lo smaltimento di acqua, e le dimensioni
dell’impianto stesso. In questi anni vi è stata una completa mancanza di trasparenza
nel processo decisionale e nelle informazioni fornite dall’azienda e dalla nostra
amministrazione.”
Secondo lei quale sarebbe la destinazione d’uso più idonea per il sito?
“Penso che la destinazione d’uso più idonea per il sito della ex Martelli dovrebbe essere
in linea con la vocazione turistica, residenziale e di servizi del territorio. Questo
potrebbe avvenire attraverso lo sviluppo di aree residenziali, servizi, aree di promozione
turistica e infrastrutture sportive che rispettino la vocazione agricola, turistica,
enogastronomica e artistica della nostra regione. Rigenerazioni e riqualificazioni di
questo tipo sono già state effettuate sul nostro territorio, ad esempio il nostro centro
cittadino, con gli uffici comunali, la biblioteca, negozi e residenze, nasce proprio da una
riqualificazione di questo tipo.”
Le perplessità maggiori da parte dei firmatari quali sono?
“Le perplessità maggiori da parte dei cittadini riguardano principalmente diverse
questioni chiave legate al progetto dell’impianto di trattamento rifiuti. Innanzitutto, vi è
preoccupazione per l’ubicazione dell’impianto in prossimità di abitazioni, aziende
alimentari e vigneti, con possibili impatti negativi sull’ambiente, sulla salute e
sull’economia locale. Inoltre, c’è grande preoccupazione per il traffico generato
dall’impianto, parliamo del transito di un bilico da 20/ 20 tonnellate ogni 5 minuti su una
strada comunale come la Valsellustra, in corrispondenza di un incrocio pericoloso su
una strada già enormemente trafficata quale la Via Emilia in direzione Imola. Questo
sarà uno degli impianti più grandi in Italia, nessuno degli altri impianti italiani è inoltre in
prossimità di abitazioni e luoghi turistici. Altre preoccupazioni riguardano il consumo e
lo smaltimento d’acqua necessari per il funzionamento dell’impianto, così come la
percentuale di rifiuti che verranno effettivamente riciclati rispetto a quelli smaltiti –
parliamo di un recupero di solo il 10% del rifiuto trattato, quindi non siamo in presenza
di una impianto di produzione a economia circolare ma di un impianto di vero e proprio
smaltimento e trattamento rifiuti indifferenziati.”
Ritiene che l’ubicazione, sulla via Emilia, sia inidonea per un simile impianto? Per
quali motivi?
“Sì, ritengo che l’ubicazione dell’impianto sulla via Emilia sia inadatta per diversi motivi.
Innanzitutto, la via Emilia è una delle arterie stradali più importanti e trafficate della
regione, e posizionare un impianto di trattamento rifiuti lungo questa strada potrebbe
causare gravi congestioni e problemi di traffico, con conseguenti rischi per la sicurezza
stradale e la qualità della vita dei residenti. Ricordiamo che questo impianto tratterà
tutti i rifiuti da spazzamento della Romagna, quindi un volume enorme.
Inoltre, l’ubicazione dell’impianto in prossimità di abitazioni, aziende alimentari e vigneti
solleva preoccupazioni riguardo agli impatti sull’ambiente, sulla salute pubblica e
sull’economia locale. Le potenziali emissioni di inquinanti e odori sgradevoli potrebbero
compromettere la qualità dell’aria e dei prodotti agricoli, danneggiando le attività
commerciali e turistiche della zona.
Infine, la decisione di collocare l’impianto lungo la via Emilia è in contrasto con il PTM,
Piano Territoriale Metropolitano, che esclude il trattamento rifiuti in questa area e in
prossimità della via Emilia. Pertanto, per tutti questi motivi, ritengo che l’ubicazione
dell’impianto sulla via Emilia sia inadeguata e dovrebbe essere riconsiderata.
Dunque, il piano territoriale metropolitano dei rifiuti esclude una simile ubicazione
(a ridosso di via Emilia) per il trattamento di rifiuti. “
Ma l’azienda fa sapere che non tratteranno rifiuti, ma li produrranno: giusto? in linea con il piano regionale dei rifiuti? Che giudizio dà a queste interpretazioni?
“Ognuno è libero di dare le interpretazioni che vuole, ma la richiesta di Valutazione di
Impatto Ambientale presentata da C.F.G. Ambiente S.r.l. riguarda la realizzazione di un
impianto per il trattamento e recupero dei rifiuti non pericolosi. Questo è un documento
pubblico accessibile online tramite una semplice ricerca su Google. Qui c’è stata una
evidente leggerezza e dopo avere compreso che il PTM non potrà mai autorizzare un
impianto di questo tipo in quell’area, stanno rapidamente virando la narrazione
definendolo un impianto di produzione di materia prima seconda, nel quale comunque
entrerebbe 200 mila tonnellate di rifiuti, da trattare e smaltire. Una evidente forzatura.”
C’è chi ritiene che le firme siano state raccolte a fini elettorali: come
risponde a chi muove queste insinuazioni?
“Come le ho detto, nel 2022 già furono raccolte 900 firme, che su una popolazione di
6500 persone costituisce il 14% della popolazione e più del 20% dei maggiorenni. Ed
eravamo ben lontani da ogni logica elettorale. Oggi, dopo l’Open Day richiesto
dall’amministrazione, le firme sono arrivate a circa 1600. Probabilmente il tentativo di
farne campagna elettorale in questa fase viene dal sindaco uscente, che non ha fatto i
conti con il buon senso della gente. Malgrado sia stato promosso un open day dalle
modalità dubbie e poco trasparenti, la gente ha deciso di partecipare ed informarsi
meglio. E’ evidente che la nostra comunità, al di là di ogni logica elettorale e ideologica,
non è disponibile a farsi manipolare su questi temi ed ha confermato un chiaro e netto
no a questo progetto.”
Perchè, secondo lei, il comitato di cittadini si è costituito?
“Il Comitato di cittadini nasce dalla constatazione la raccolta di firme del 2022 è stata
totalmente ignorata. L’attuale amministrazione sta continuando a sostenere il progetto,
lo abbiamo visto anche con l’intervento del sindaco proprio a fianco dell’azienda
durante l’open day, in contrasto con la volontà pubblica. La nostra amministrazione,
che siede insieme agli altri enti in conferenza dei servizi, ha deciso di non dare voce
alla preoccupazione della comunità. Pertanto i cittadini, tramite il Comitato, stanno
portando avanti le dovute osservazioni al processo autorizzatorio PAUR e al PUG, nei
termini previsti dalla legge. Qualora il Comitato non venga ascoltato, procederà alla
richiesta di inchiesta pubblica così come previsto dalla Legge Regionale.“
Qualora venisse eletto a Sindaco, come si opporrà all’insediamento dell’impianto
di soil washing?
“Da parte mia, se sarò eletto, chiederò di essere ascoltato in conferenza dei servizi per
esprimere un chiaro NO a questo impianto. Voglio ricordare che Il comune ha forti
competenze a quel tavolo, al pari di altri enti regionali su tematiche importanti, quali i
titoli edilizi, le industrie insalubri, il Piano Territoriale Metropolitano, le fognature e altro.
E’ assurdo delegare ad altri le nostre competenze, lasciare decidere altri e lavarsene le
mani alla Ponzio Pilato.”
ALBERTAZZI: “𝙄𝙡 𝘾𝙤𝙢𝙪𝙣𝙚 𝙚’ 𝙪𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙩𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙘𝙤𝙞𝙣𝙫𝙤𝙡𝙩𝙞 𝙢𝙖 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙚’ 𝙧𝙚𝙜𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚”
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