Imola. Nell’interessante convegno organizzato da Mara Mucci e Antonio di Feo “Sanità Imolese a Rischio?”
è intervenuto Giuseppe Rago, referente locale della UIl, circa una possibile fusione dell’Ausl di Imola nell’Ausl Metropolitana, il Sindacalista ha spiegato come di fatto l’Ausl di Imola faccia già parte della Città Metropolitana, dal momento che – “non c’è più la conferenza territoriale socio-sanitaria presso il Circondario ma oggi c’è una conferenza territoriale socio-sanitaria della Città Metropolitana ed è il primo di una serie di problemi”
POLITICHE SANITARIE TERRITORIALI
“Nel momento in cui si è confluiti nella conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana le scelte che fino a ieri venivano fatte in circondario oggi non vengono più fatte qui” – osserva Rago – “se prima il Sindaco era presidente oltre che del circondario anche della conferenza territoriale socio-sanitaria, oggi è il vice-presidente della conferenza del vice-pres.te della città metropolitana.Capirete”– fa sapere il Sindacalista – “che nel momento in cui si ha una conferenza socio-sanitaria sul territorio, si prendono decisioni attinenti al territorio, quella istanze vanno portate in ambito di città metropolitana che solo se vanno bene all’ente vengono portate in circondario coi fondi dovuti. Secondo noi della UIl“- riferisce – “questa è una perdita del potere decisionale: sei primari non nominati, primari ad interim in alcuni casi, primari che svolgono il ruolo avendo il primariato anche in Ausl Bologna, come il professor Maestri che a Imola è presente due volte a settimana con un settore oncologico che non è certo di secondo livello. Non avere il Primario sul territorio è un po’ come non avere un sindaco in comune.”
LA SITUAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO
“A noi gli organici a noi risultano in linea”– chiosa il referente locale della UIL – “Ma Il PS alle proprie spalle ha l’OBI, che è diventato, anziché un luogo dove ricoverare chi accede al PS e non ha necessità di andare in reparto, l’area parcheggio quando non si hanno i posti letto in reparto. E nei reparti è una tragedia greca.” – ammette il Sindacalista – “Abbiamo carenze di personale ataviche. Al quinto e sesto piano, abbiamo carenze di personale in sala operatoria. Ma qui faccio fatica ad addossare la colpa alla direzione” – ricostruisce – “in giro non ci sono infermieri e OSS. Io posso chiedere di assumere ma se non ho il personale con la formazione idonea come faccio?”
CARENZA DI PERSONALE: I MOTIVI
Il tutto, fa sapere Rago – “è aggravato che rispetto agli ultimi dieci anni l’Ausl Imola ha perso di appeal, dal punto di vista dei professionisti medici che sempre più spesso lasciano l’ospedale”. E gli infermieri – “Non è raro il caso in cui residenti del comune di Imola che lavoravano in Emilia e che per un meccanismo di mobilità riescono ad essere trasferiti a Imola ma dopo un po di tempo chiedono di tornare indietro.” – tra l’altro, conclude – “L’ausl Romagna è organizzata meglio, che sforna spesso concorsi e il professionista pur abitando a Imola preferisce andare a lavorare a RA o Forlì, dal ‘punto di vista dei carichi di lavoro funzionano meglio oltre che per l’organizzazione.“
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