Imola. La serata è iniziata con la testimonianza di 2 donne che hanno avuto gravi effetti avversi da vaccino anti Covid-19, attualmente ancora in corso. In una sala gremitissima, con molte persone rimaste fuori a causa dei posti esauriti (circa 220 partecipanti a sedere).
A seguire è stato proiettato il documentario Invisibili – versione breve da 50 minuti – dove vengono raccontate le storie di alcuni cittadini di tutta Italia che, non solo sono stati danneggiati dal vaccino anti Covid e a volte in maniera che pare irreversibile (almeno per ora a distanza di quasi 2 anni), ma, da quanto è emerso, in molti casi non hanno ricevuto la benché minima assistenza dal sistema sanitario. Cittadini che spesso a causa dell’impossibilità oggettiva di lavorare a seguito degli effetti avversi hanno perso il lavoro e sono stati ridicolizzati dagli stessi medici che avrebbero dovuto e dovrebbero aiutarli. È emerso che altri paesi europei sono molto più avanti nella raccolta dati sulle reazioni avverse e nell’assistenza ai danneggiati da questo vaccino.
LA DIRETTA – INTERVENTO DEL DOTT.PISANO
COMUNICATO DELL’ORGANIZZAZIONE
“Siamo molto contenti del successo della serata dedicata alla proiezione del documentario Invisibili e del dibattito, professionale ed umano, che ha accompagnato la visione del film.
Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa con il proprio lavoro volontario.
Il pubblico accorso al centro sociale La Stalla è stato davvero tantissimo e ci scusiamo con le decine di persone che non abbiamo potuto accogliere per raggiunto limite massimo di capienza della sala.
Abbiamo deciso di creare la mail invisibili2023@libero.it e il gruppo libero di Telegram “Invisibili” appositamente per dar seguito all’importante richiesta di aiuto che è emersa e per offrire delle risposte ai cittadini imolesi che desiderano continuare ad avere informazioni per non rimanere soli o che vogliono collaborare per aiutare chi ha avuto reazioni avverse da vaccino covid19.
In molti Paesi Europei è lo Stato che offre ascolto e cura in maniera gratuita, sarebbe auspicabile che questa possibilità fosse costruita anche in Italia con tutte le specificità sanitarie necessarie per queste situazioni.”
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