OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE. SICCITA’: MARCHE, TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, LAZIO DA BOLLINO ROSSO. SENZA NEVE I LAGHI SI STANNO PROGRESSIVAMENTE SVUOTANDO.

FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI “L’ITALIA NON PUO’ AFFRONTARE UN’ALTRA STAGIONE COME QUESTA. E’URGENTE AVVIARE IL PIANO LAGHETTI PER AUMENTARE LA RESILIENZA DEI TERRITORI!”

Sconcertante è il confronto con i volumi invasati negli anni scorsi: in questo periodo, lo scioglimento delle nevi provocava un picco, mentre quest’anno i laghi, privi di apporti nivali, si stanno svuotando!

“E’ una situazione, che esemplifica la funzione calmieratrice dei grandi bacini, ormai insufficienti, però, a rispondere da soli alle esigenze di territori arsi dalla siccità, creando una situazione critica anche dal punto di vista ambientale. Per questo, è necessario l’ausilio di una rete di bacini medio-piccoli e multifunzionali come quelli previsti dal Piano Laghetti, da noi proposto insieme a Coldiretti” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).  

LA SITUAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA

In Valle d’Aosta, piogge abbondanti hanno arricchito la portata della Dora Baltea (mc./sec. 113,20 contro media Giugno pari a mc/sec 107; fonte: Centro Funzionale Regionale), così come le precipitazioni sull’intero distretto hanno dato sollievo alla portata del fiume Po, che a Pontelagoscuro è risalita a 200 metri cubi al secondo, quando comunque l’allarme cuneo salino scatta già a mc./sec. 450 (infatti, l’ingressione marina è ormai segnalata a 30 chilometri dalla foce).

L’incremento di portata non risolve il problema del gravissimo deficit idrico nel Grande Fiume, ma scongiura, per ora, lo stop ai prelievi, che comporterebbe enormi danni all’agricoltura.

E’ situazione di crisi idrica profonda in Emilia-Romagna, dove le portate dei fiumi continuano a scendere (Reno con mc./sec. 0,1 ed Enza con mc./sec. 1,1 segnano il minimo storico)  e l’80% della regione pare destinato ad entrare in zona rossa entro un paio di settimane (accadde già nel 1990). 

“La violenza di alcuni episodi meteo registrati al Nord – conclude Massimo Gargano,  Direttore Generale di ANBI – è indicativa del paradossale rischio, cui la siccità sottopone il nostro territorio: rovesci copiosi ed improvvisi su terreni aridi, li trasformano in moltiplicatori del rischio alluvionale, perché incapaci di assorbire forti quantità d’acqua. L’inarrestabile cementificazione di ampie porzioni di territorio e la più volte denunciata inadeguatezza della rete idraulica dopo anni di mancati investimenti per la prevenzione idrogeologica  ci rendono oggi più che mai vulnerabili.”