Intervista a Raffaello De Brasi in merito alle opinioni espresse da Gabrio Salieri (ANPI) in un’intervista pubblicata il 2 maggio scorso su laltraimola.it sul conflitto in Ucraina.

Secondo lei, la Resistenza ucraina è diversa da quella italiana contro il nazi-fascismo?
“Il Presidente dell’ANPI imolese Gabrio Salieri sostiene proprio, nella sua intervista, che la Resistenza ucraina, non solo è diversa ma presenta una differenza qualitativa. Nel caso italiano, dice Salieri, fu un moto di popolo, mentre quella Ucraina è una resistenza di uno Stato e di un esercito. Sostengo invece che l’intero popolo ucraino resiste contro l’aggressione e l’invasione russa. Mentre donne, bambini e anziani sono diventati profughi, oppure vengono massacrati e violentati, soffrendo la fame e la sete, vivendo sottoterra, gli uomini, tutti gli uomini, riservisti e civili hanno preso le armi e combattono a fianco dell’esercito ucraino.”

Quali sono le differenze tra le due Resistenze?

I partigiani italiani, di diverso orientamento politico e ideale combatterono ,come dice Salieri, per la libertà e la pace, ma lo fecero con le armi in pugno. La Liberazione dell’Italia è stata conquistata dalla convergenza della forza combattente della Resistenza e degli Alleati, cioè da una Resistenza popolare e da  una coalizione internazionale di eserciti.

In questa fase mi pare legittima la domanda se vogliamo o no continuare a sostenere la resistenza armata contro l’aggressore russo.
“Tutti vogliamo il cessate il fuoco, la fine della guerra e una pace sicura: il PD, partito antifascista, forza importante del Governo italiano ha scelto di sostenere  la resistenza ucraina inviando armi, come stanno facendo i paesi della UE e della NATO. Contemporaneamente questi paesi hanno deciso pesanti sanzioni contro la Russia , garantendo aiuti finanziari e umanitari alla Ucraina e  accogliendo  milioni di profughi .Quando Salieri dice che la guerra non è una opzione, dovrebbe nel contempo dire che la resistenza armata dell’esercito e del popolo ucraino è legittima e giusta.

È un opzione vagliabile l’embargo immediato del gas dalla Russia?
La UE ha deciso l’embargo sì graduale del petrolio russo e si sta attivando per ridurre drasticamente la dipendenza dal gas russo, come ha fatto il governo italiano. Salieri con una certa disinvoltura, visto le conseguenze immediate che ci sarebbero sul lavoro, sulle imprese e sulle famiglie, dice che sarebbe più efficace l’embargo totale del petrolio e del gas russo. Non gli sfuggirà che la Russia ha deciso di chiudere i rifornimenti di gas alla Bulgaria e alla Polonia. La Russia sta ormai  usando il gas come minaccia e ricatto. E noi dovremmo agevolare questo ricatto russo? I paesi della NATO e della UE non sono in guerra con la Russia, non lo siamo in Ucraina né  lo siamo sul territorio russo.
Che differenza c’è tra aiutare il popolo ucraino con l’invio di armi e una guerra della Nato combattuta direttamente contro la Russia?

“C’è una sostanziale differenza qualitativa tra aiutare la Resistenza del popolo ucraino e del suo esercito inviando armi: proprio perché devono difendersi contro un aggressore più potente, che ha armi quante ne vuole e una guerra della NATO combattuta contro la Russia, che avrebbe ben altra dimensione territoriale e potenza distruttiva.”

Non pensa che siano condivisibili i timori che ci possa essere un escalation del conflitto che possa portarci a una guerra nucleare?
“E’ una preoccupazione pienamente condivisibile, perché i leader russi parlano spesso della minaccia nucleare, una escalation verbale farneticante e pericolosa. Ovviamente dobbiamo distinguere tra la minacciosa propaganda nucleare e la volontà russa di intraprendere  una guerra nucleare che distruggerebbe la Russia stessa. Per questa ragione non dobbiamo accettare il ricatto nucleare russo che serve solo a nascondere i propri fallimenti e ottenere una vittoria militare che imponga una pace che colpisca al cuore la  sovranità territoriale e  l’indipendenza dell’Ucraina.”

Secondo lei, ci si dovrebbe opporre all’ingresso nella NATO di nuove nazioni che confinano con la Russia soltanto per paura di non creare ulteriori conflitti?

Se la Russia invadesse la Finlandia, che ha un confine con la Russia più lungo della Ucraina oppure i Paesi Baltici, cosa dovrebbe fare la NATO? Dovrebbe accettare questa invasione e sottomettersi al ricatto nucleare russo  o combattere con le armi la prepotenza russa come stanno facendo l’esercito e il popolo ucraino, nel nome della liberta e della democrazia, della sicurezza e della pace? Non inviare le armi alla Resistenza ucraina è quello che chiede la Russia ed è un vantaggio oggettivo che si concede alla Russia. Non è un gesto che avvicina una pace giusta e sicura, anche se  viene motivato con nobili ideali pacifisti e umanitari.Se l’ANPI guidasse il governo italiano, porrebbe il veto alla entrata della Finlandia e della Svezia nella NATO per paura di una escalation militare e del ricatto nucleare russo?

Non inviando armi si riuscirebbe a giungere ad una pace più rapida ?

“La grande illusione dei pacifisti è credere che non inviando armi o invocando l’ONU, oppure intensificando una sterile azione diplomatica, si possa porre fine alla guerra e negoziare una  pace condivisa dall’Ucraina, facendo ragionare le autocrazie autoritarie. Mi chiedo, coloro che non vogliono inviare armi, quale pace auspicano per il popolo ucraino che non vuole rinunciare alla propria sovranità e indipendenza?”

Quali sono le condizioni poste da Putin per poter arrivare al cessate il fuoco?
“La Russia vuole una pace nella quale vengano soddisfatti i propri obiettivi “imperiali” : riconoscimento del possesso russo di Crimea e Donbass  e chissà altro, negando l’accesso al mare all’Ucraina.”
Si pensava che il conflitto potesse fermarsi il 9 maggio, nel Den Pobedi, Giorno della Vittoria, dove la Federazione russa celebra la sconfitta del nazismo del 1945 e ricorda le vittime, invece?

“Vedremo se quel giorno la Russia cambierà di nuovo strategia annunciando addirittura la “guerra totale” per la conquista di tutta l’Ucraina.”

Qual’è l’idea di pace che oggi dovrebbe essere intrapresa?
“Penso che una pace giusta sia una pace che rispetti la sovranità territoriale e l’ indipendenza di una Ucraina neutrale. Il Presidente dell’ANPI dovrebbe dirci quale sia la sua idea di pace giusta e sicura. Pace garantita da un esercito ucraino e  da paesi come la Cina , la Turchia, l’Italia , la Francia, la Spagna ed altri ancora. La retorica della vittoria ,propagandata non solo dalla Russia ma anche da USA e GB e la retorica della pace a tutti i costi per evitare l’escalation militare, sono a mio avviso, entrambe sbagliate e senza una reale prospettiva e concretezza. Quindi lasciamo decidere al popolo ucraino e alla sua leadership eletta democraticamente.”

Secondo lei, è giusto affermare che l’Ucraina, come ha spiegato Salieri, sia un po’ “fascistella”?

È un grave errore di analisi politica, pari a quello che fanno i russi quando parlano di denazificare l’Ucraina stessa. È una raccomandazione amichevole al Presidente dell’ANPI. Mi spiace dirlo ma il giudizio di Salieri sul sistema democratico ucraino e  sul partito “Servire il Popolo” che è maggioranza parlamentare e su Volodymyr Zelensky e su ciò che è avvenuto nel 2014 durante e dopo la rivoluzione di Piazza Maidan ,è del tutto superficiale e manipolatorio”.

Non possiamo certo negare che all’interno dell’esercito ucraino ci siano battaglioni filo-nazisti...

“Le  nefandezze del Battaglione Azov sicuramente sono di estrema destra, con forti componenti fasciste e naziste e l’azione per cancellare la lingua russa sono da condannare e cancellare in una Ucraina, futuro partner nella   UE. Cosi come va condannato  il separatismo armato russo, fomentato nel Donbass dalla Russia e la volontà odierna, ingiustificabile di annettere alla Russia il Donbass e di cancellare ogni manifestazione della cultura ucraina.
Come si colloca la figura di Zelensky a questi battaglioni di estrema destra?

“Il populismo democratico del partito di Zelensky  non c’entra niente con il fascismo e il nazismo. Ne è una riprova la durissima polemica  di Israele con il Ministro degli esteri russo  che a forza di volere giustificare l’aggressione con la volontà di denazificare l’Ucraina, è finito per dire che Hitler aveva ascendenze ebraiche, come a  dire che l’ebraismo di Zelensky non è contraddittorio con il nazismo. Cerchiamo di pesare le parole e di non scadere nella manipolazione propagandistica,c’è ne già tanta in giro.”