1996-2021. Per non dimenticare
Venticinque anni fa la chiusura dell’Osservanza
la grande storia dei manicomi imolesi .
Quest’anno ricorre il 25° anniversario di un avvenimento molto importante per la città: la chiusura definitiva dell’ultimo manicomio, l’Osservanza .
Il 9 dicembre a questo tema sarà dedicata una seduta straordinaria del Consiglio comunale. Sempre in occasione di questa ricorrenza martedì 7 dicembre alle ore 20,30, presso il centro sociale “La stalla“, avrà luogo un’importante iniziativa alla presenza del sindaco Marco Panieri durante il quale il prof. Valter Galavotti ripercorrerà anche attraverso documenti, video e fotografie il lungo viaggio dei manicomi imolesi dalla segregazione liberazione dopo la riforma basagliana. L’ex-assessore Galavotti negli ultimi anni si è fortemente impegnato nel campo della salute mentale, sia a Imola con l’associazione E pas e temp che a livello regionale con l ‘Urasam ( Unione Regionale Associazioni della Salute mentale ) e ha studiato con particolare attenzione la storia manicomiale italiana e imolese .
Come ha sottolineato il sindaco Panieri “ Non sempre questa storia è conosciuta quanto meriterebbe e forse l’avventura basagliana di Gorizia e Trieste ha messo in ombra altre importanti esperienze, come quella imolese, cui oggi è ancora necessario ispirarsi per rispondere alle nuove sfide della salute mentale” .
Nel dicembre del 1996 Imola giunse al capolinea di un’esperienza avviata nel 1988 col progetto Valerio. Si chiamava così l’ultimo paziente liberato dalle cinghie che lo immobilizzavano nel suo letto .Finalmente si completava un lungo e difficile processo di trasformazione che aveva visto la progressiva dimissione di tutti i ricoverati e il loro inserimento presso le nuove case-famiglia sorte sul territorio Si chiudeva una fase ma se ne apriva un’altra ancora più importante e difficile: la costruzione della “ società senza manicomi “ sognata da Franco Basaglia. Il malato di mente, il matto “l’alienato” non era più una persona pericolosa per sé e per gli altri, da allontanare dalla società e rinchiudere in una specie di carcere ma diventava un malato come gli altri, un cittadino che soffre e ha diritto a essere curato “nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”.
Imola, è stata protagonista del cambiamento, tra le prime città in Italia a chiudere realmente i manicomi trasferendo gli ex-degenti in strutture alternative (case-famiglia,residenze protette , appartamenti ) ed evitando l’ipocrisia e la vergogna delle false chiusure grazie all’impegno di tante persone che vogliamo ricordare e a cui vogliamo rendere omaggio : psichiatri, infermieri, amministratori, familiari, utenti, associazioni, cittadini …
E allora, 43 anni dopo la legge Basaglia ,cogliamo l’occasione del venticinquesimo anniversario della chiusura del manicomio dell’Osservanza avvenuto ad Imola nel dicembre 1996 per riprendere un dibattito che, allora, si dimostrò capace di mettere in moto coscienze e intelligenze.
Le immagini proposte durante l’incontro, ricorda Galavotti,“ permetteranno di ricordare momenti importanti del processo che portò alla chiusura del manicomio (convegni, laboratori, mostre, feste particolarmente suggestive come “Il sale e gli alberi” durante la quale si sparse sale nei reparti perché non “crescessero più luoghi di esclusione”) “ Attraverso i volti, gli sguardi e le azioni degli ex-degenti potremo cogliere la loro umanità e la loro dignità di persone non più segregate, temute e private dei diritti fondamentali di cittadinanza”
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