Verrà presentato lunedì 20 settembre (questa sera) alle ore 20.30 – presso la Sala Conferenze del Museo Diocesano di Imola, l’ultima opera letteraria di Annalia Guglielmi. Un insieme di racconti da vicino delle esperienze e delle vite di tanti sopravvissuti polacchi al secondo conflitto mondiale. Paradossalmente, la Polonia pur uscendo tra i vincitori della guerra, rimase sotto il dominio dell’Unione Sovietica e pertanto, molti dei suoi soldati, dovettero passare il resto della loro vita in esilio. È quanto capitò anche al Generale Anders, che verrà ricordato proprio nell’evento di questa sera – assieme al 2° Corpo d’Armata polacco- e nello specifico questa settimana, dato che giovedì 23 settembre ci sarà l’inaugurazione ufficiale della statua a lui dedicata.

“OLTRECORTINA – Diario di un viaggio nei regimi totalitari dell’Est Europa” racconta gli incontri dell’autrice con alcuni “dissidenti” di Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia, durante il regime sovietico. Ma loro, come ribadirono alcuni, non si sentivano dissidenti, proprio perché non erano contro il loro paese ma erano per la libertà, che venne negata nuovamente dopo la seconda guerra mondiale.

Il popolo lasciato alla fame, senza forniture di gas, senza poter leggere e studiare, informarsi, divertire, sapere cosa succedeva nel mondo. E quindi l’azione del Centro Studi Europa Orientale, per il quale Annalia Guglielmi collaborava, svolse l’importante ruolo di recuperare l’antologia di quella che era la cultura clandestina – i testi che non venivano pubblicati ad esempio – e che di portarli in italia e pubblicarli in italia – “noi siamo stati i primi in Europa a pubblicare “Il potere dei senza potere” nel 1977″ racconta la Guglielmi.

Molti sono andati in esilio soprattutto in Francia, altri in Polonia o in Cecoslovacchia e sono rimasti dissidenti, vivendo in situazioni molto difficili – come entrando e uscendo delle carceri, o rinunciando a carriere, o subendo tutta una serie di discriminazioni – “noi avevamo una rete di rapporti molto stretta – con il CENTRO STUDI EUROPA ORIENTALE” fa presente l’ex Assessora ai servizi alla cittadinanza e innovazione – “è cominciato tutto come un bollettino, poi un mensile e poi è diventato una casa editrice-. Abbiamo pubblicato vari libri, il rapporto con Woytila era molto buona”.


Il viaggio della Guglielmi ha radici lontane “Sono Rimasta in Polonia dal 1978 al 1982” – spiega, dove ha avuto modo di conoscere molte personalità carismatiche del paese polacco, diventati successivamente rappresentanti di cariche governative. Ma come mai gli ufficiali dell’esercito polacco non sono rientrati in Polonia dopo la fine della guerra? “Gli ufficiali rientrati o sono stati impiccati e gli è stata tolta la cittadinanza -sono rimasti quasi tutti a Londra perché esisteva già un governo polacco in esilio – spiega la Guglielmi – “sostanzialmente loro non riconoscevano il nuovo governo russo – e di fatto era come se fosse occupata – un governo polacco con gli ordini impartiti da Mosca. “

In appendice al libro c’è un’intervista approfondita al generale Jaruzelski – in cui lui racconta come sono andate le sue trattative con Mosca- lui ha fatto il colpo di stato il 13 dicembre 1981 per evitare un’invasione da parte di Mosca – il pericolo concreto di forniture di gas arrivò in pieno inverno –
Annalia Guglielmi, in questa sua esperienza , che si può definire di vita nell’Est Europa, ha incontrato tra i tanti anche Papa Giovanni Paolo II – con il quale il Centro Studi Europa Orientale collaborava regolarmente.

Il crollo del muro è avvenuto con Gorbaciov, è vero, ma tutto è come se fosse iniziato nell’82 in Polonia, con le prime elezioni con un candidato cattolico liberale – le trattative durarono mesi e portarono Gorbaciov a rendersi conto che in atto c’era un cambiamento.
“Gli accordi di Danzica, dopo l’ondata di scioperi dell’agosto 1980, furono un’importante pietra miliare per la democratizzazione della Polonia perché essa portò alla formazione di un sindacato indipendente, “Solidarietà” (polacco Solidarność), fondato nel settembre 1980 e guidato originalmente da Lech Wałęsa. Negli anni 1980, aiutò la resistenza anticomunista in Polonia, i cui membri derivavano da persone associate alla Chiesa cattolica. Il sindacato fu sostenuto da un gruppo di intellettuali dssidenti: il KOR, che aderirono ad una politica di resistenza nonviolenta Col passare del tempo Solidarność divenne la maggior forza di opposizione polacca al regime comunista.