Sono passati vent’anni da quel giorno di fine estate che cambió le nostre vite per sempre. Ognuno di noi ricorda dove si trovava e cosa stesse facendo in quel pomeriggio di settembre. Noi imolesi avevamo subito un altro 11 settembre, sette anni prima, con la morte di Ayrton Senna, un evento che aveva fatto sprofondare la città in uno sgomento e dolore senza precedenti. Sembra ieri invece, eravamo soltanto all’indomani degli anni duemila, il mondo cambiava radicalmente con l’avvio dell’epoca della paura. Una serie di attentati, forse che avevano come collante la medesima matrice, apriva una nuova era fatta di menzogne ed ambiguità.
La morte di Massoud due giorni prima e una sequela di strani attacchi con l’antrace nei mesi che seguirono gli attacchi alle torri. Attentati anonimi dei quali si seppe stranamente sempre troppo poco. E Massoud, che aveva vinto la battaglia coi talebani (e con l’Unione Sovietica vent’anni prima) dovette ammazzarlo un commando che veniva dall’Europa e non da Kabul.

Quel giorno di settembre salii in casa dopo una partita di calcio al campetto del cortile. La Pedagna, ancora completamente tranquilla, sgombra di auto e immersa nel silenzio post pranzo di un primo pomeriggio di fine estate. La televisioncina a tubo catodico della camera da letto trasmetteva le immagini dall’elicottero della CNN, con le torri in fumo e non ancora abbattute. Tutti i canali televisivi trasmettevano le medesime immagini. In quei minuti si parlava di incendio, anche se appariva davvero troppo strano fosse soltanto quello. Al “Centro Leonardo” com’era un tempo, nel grande atrio di fronte alle casse, prima della pizzeria “La Gioconda”, il maxi schermo trasmetteva le drammatiche immagini delle Twin Towes. I clienti, con le sporte della spesa in mano, si paralizzavano davanti al monitor chiedendosi cosa stesse succedendo.

Oggi, vent’anni dopo, sappiamo ancora troppo poco sui mandanti e i moventi che spinsero all’organizzazione di questo attentato. Restano molte domande. Ci sono molte menzogne. Vi consiglio di riguardarvi in ordine: ECCO I LINK
1) il video dell’attacco al Pentagono (non c’è traccia di aerei)
2) Se c’erano tracce di esplosivo sulle torri

3)Le accuse precise dell’associazione dei familiari vittime dell’11 settembre
4)La reazione di Bush alla notizia dell’attacco alle torri
5) come hanno fatto le torri a crollare ed è vero che erano state progettate per resistere ad incidenti aerei?
6)Per quale motivo vennero fatti crollare gli edifici adiacenti alle Twin Towers
7) Per quale motivo Bin Laden, che era in affari con il Presidente Bush avrebbe dovuto attaccarlo?

Interessante il ricordo che ne fece l’allora Sindaco di Imola Massimo Marchignoli che proponiamo di seguito.

“Martedì 11 Settembre 2001.Come ogni martedì alle ore14 convoco la giunta comunale. Pochi minuti dopo l’apertura della seduta l’assessore Valter Galavotti mi interrompe e dice: ”sul mio telefonino è appena arrivato un messaggio che dice che un aereo si è schiantato su una delle torre gemelle di New York”.Dopo alcuni secondi di reale incredulità Valter aggiunge:”guardate che e’vero è in corso la diretta televisiva”.A quel punto dico:”ragazzi sospendiamo la seduta e andiamo nel mio ufficio a guardare la tv.Lo scenario è incredulo è devastante e’immaginabile.Ma cresce in modo esponenziale quando vediamo arrivare l’altro aereo diretto contro l’altra torre per schiantarsi su quella qualche secondo più tardi.
Siamo tutti nel mio ufficio ma nessuno parla.Un po’ perché nessuno sapeva cosa dire a fronte di immagini vere e mai visti nemmeno nei film,un po’ perché cercavamo di capire il perché.Vediamo in diretta crollare in sequenza le due torri.La tv annuncia che un altro aereo si è abbattuto sul Pentagono e che ancora un altro si è schiantato sulla campagna della Pensilvenya. L’aereo del presidente Bush viene tenuto in volo appositamente senza previsioni di atterraggio nel breve.Impossibile in ognuno di noi non avvertire una senzazione di angoscia non solo del futuro ma nel presente,nello stesso momento in cui vedevamo quelle immagini.Nessuno di noi chiusi in quella stanza aveva mai assistito a immagini del genere… e quelle persone che si gettavano nel vuoto per cercare una morte più rapida…Ma che sta succedendo?domandavano i nostri sguardi incrociati.Poi arrivavano le prime notizie: è terrorismo!
Non ricordo se fosse stato immediatamente l’aggettivo islamico.Ma terrorismo si. E allora bisognava reagire immediatamente.Anche a Imola.Stabilimmo che alle ore 18 il Comune di Imola avrebbe convocato un presidio in piazza Gramsci.Avrebbe parlato solo il Sindaco poiché è il rappresentante,secondo la legge di tutti i cittadini.Aderi’tutta la città organizzata.Sindacati,associazioni di impresa e di categoria,del sociale,della cultura e del volontariato.I comandanti di Carabinieri,Polizia,Guardia di finanza,vigili del fuoco.Per primo chiamai il vescovo Fabiani che aderì inviando il vicario don Giacometti.I cosiddetti “cittadini comuni”erano un centinaio ho sempre pensato che molti fossero corsi a casa davanti alla tv…in piazza si parlava sottovoce.Si palpava l’impressione che il mondo che avevamo conosciuto fino ad allora sarebbe cambiato per sempre…ed era vero.Poi anch’io corsi a casa a guardare le varie dirette ed i vari commenti:volevo capire di più.Un anno dopo dedicai il bellissimo giardino di via Zambianchi alle “vittime dell’11 Settembre 2001”dove ogni anno si tiene la cerimonia commemorativa con il Sindaco,il Vescovo ed un rappresentante della comunità mussulmana