Non se ne parla molto, ma l’importante mondo dell’apicoltura è in ginocchio. Si vende meno miele. Ci sono meno api. Le api fanno i miracoli, ma le quantità di miele sono scarsissime. La stagione eccessivamente calda, la scarsità di piogge e l’afa sono elementi critici per questi preziosissimi insetti. A causa del clima di questi ultimi mesi i fiori non secernono più nettare, le piante sono in sofferenza e le api sono in difficoltà, non hanno di che cibarsi, non producono miele e non riescono a occuparsi dell’impollinazione.
Vista l’azione di sensibilizzazione che da anni viene portata avanti, è ormai noto il ruolo ecosistemico che questi animali hanno e la necessità di tutelarli.
I mesi primaverili sono stati caratterizzati da gelate tardive e da vento costante, e sommato alla mancanza di piogge ha quasi azzerato la produzione di miele. I fiori sono privi di nettare e le api non sono riuscite a raccogliere la scorta per la propria sopravvivenza. Gli apicoltori si trovano a doverle nutrire per far sì che le famiglie restino in vita.
Una situazione ad oggi mai vista. Il cambiamento climatico e la siccità procedono a velocità sconcertanti.
I prezzi si alzeranno? Forse. Intanto dall’oriente spaventa il falso miele cinese, creato con sciroppo di zucchero. Costa una sciocchezza, costa che dovrebbe insospettire gli acquirenti. Ha una spese di produzione di circa 1€ contro i 4 di quello locale. Viene prodotto con una manodopera umana a sostituzione dell’ape, oltretutto non risente della crisi non dipendendo dal clima. La filiera italiana, già in difficoltà, è ulteriormente penalizzata da questa importazione. Se con la “via della seta” abbiamo raccolto queste importazioni, il futuro per gli apicoltori (e per gli altri imprenditori danneggiati da concorrenze sleali) sarà una grossa incognita.
I sindacati non devono fare la vocina, ma iniziare a portare dei tavoli in Regione e a Roma. Soltanto così si puo intervenire celermente per fermare quest’ondata killer. Senza contare il maltempo primaverile, con gelate fuori stagione che hanno ulteriormente aggravato la situazione prima di quest’estate canicolare.