Il servizio di Bike Sharing “MoBike” lanciato da pochi mesi in città incuriosisce: il servizio di “bici intelligenti” a pedalata assistista ha visto la luce a Bologna soltanto due anni fa. Però con qualche grattacapo, nonostante i benefici che possa vantare. Ad incuriosire sono soprattutto le “piazzole fantasma” individuate dall’APP che cura il Bike Sharing, che non sono le tradizionali rastrelliere, ma punti a volte molto in vista o nel bel mezzo di marciapiedi.
Abbiamo ascoltato alcuni utenti che ci hanno spiegato i pregi e i difetti di questo servizio, nato a Pechino nel 2015 e approdato anche in Europa da pochi anni. Sono bici elettriche, di ultima generazione, per i turisti e per i cittadini.

Un altro dei problemi riscontrati dagli utenti sarebbe proprio quello relativo al posteggio. Un fruitore ad esempio, ha pensato bene di parcheggiare il velocipede in una rastrelliera appartata ed in sicurezza e gli è stato addebitato dalla App un costo extra di 20 €, per non averla lasciata nelle piazzuole prestabilite dalla APP, ai nostri occhi vere e proprie piazzuole “volanti”. Proprio per questo troviamo i velocipedi “intelligenti” di MoBike sui marciapedi della Via Selice, o a Porta Montanara sul ciglio della strada.
Cosa che appunto penalizza gli utenti che vorrebbero posteggiarle più civilmente a discapito degli atti di vandalismo, come successo già a Bologna.

Però, uno degli avvisi che si possono leggere quando si affitta la bici è di “Parcheggiarla responsabilmente” e non “parcheggiala solo nei nostri parcheggi anche se non sono in zona”. Dunque, la differenza è notevole. Tuttavia pare che le modifiche e le migliorie siano in essere, per poter accontentare al meglio gli utenti. Specie dopo il cambio di società. Infatti, il colosso cinese che gestiva il servizio ha lasciato il mercato europeo, acquistato dalla parmense IDRI BK. Per quale motivo i cinesi, che hanno inventato queste biciclette nel 2015, a Pechino, hanno deciso di “scappare” dall’Europa?

A Imola “MoBike” è approdata sul Santerno dopo che già con l’amministrazione Manca era stato lanciato il servizio “Mi muovo in Bici” che prevedeva velocipedi su due ruote già elettrici. Di questo servizio non abbiamo più saputo nulla, tantomeno se l’amministrazione desideri sopprimerlo o rilanciarlo, dato che MoBike ha preso il sopravvento e fa parte di un gruppo internazionale. Se quest’ultimo ha una sua piattaforma indipendente, il bike sharing “manchiano” era un’iniziativa tutta della Regione Emilia-Romagna. Le stazioni attive (in Emilia Romagna) sono soltanto 62 con un totale di 12.000 abbonati complessivi, in quasi sette anni da quando il servizio ha visto la luce. Il giorno 12 maggio 2021 ad esempio, nessuno ha utilizzato questo servizio.
Il parco biciclette di Mi Muovo in Bici ne conta ben 4.570, con i zero viaggi di oggi, 12 maggio 2021, e chissà quanti altri (pochi) dei giorni scorsi.
Non sappiamo quanto sia costata alle casse di Viale Aldo Moro questa operazione, e soprattutto quanto costerà la dismissione dei velocipedi e delle annesse stazioni. In virtù proprio dell’aumento della concorrenza e della promiscuità di altri servizi che rischiano di creare confusione all’utente, che però è sempre attento e interessato alle nuove tecnologie, specialmente l’elettrico e il noleggio.