- L’EDITORIALE
“UN ALTRO GRAVE AVVELENAMENTO IN PEDAGNA: QUESTA VOLTA IL CAGNOLINO NON È SOPRAVVISSUTO“
Ho conosciuto gli amici di “Segnalazioni Bocconi Avvelenati Imola” quando ancora il caso delle esche ai cani di Imola, e in particolar modo della Pedagna, apparivano fantascienza. Non solo, senza ipocrisia va ammesso che anche gli organi di informazione locale snobbavano le notizie inerenti questi fatti, e si faceva fatica a far emergere gli episodi, salvo qualche raro caso.
Un pomeriggio, con uno dei maggiori referenti di questa realtà (nata recentemente ma con già molte adesioni) ho avuto modo di incontrarmi per un lungo colloquio. Ci siamo trovati nella “casa” di ambedue – la Pedagna – quel quartierione tranquillo dove apparentemente non succede mai nulla.
La cosa che si iniziava rapidamente a delineare era che questo fenomeno non solo andava avanti da chissà quanto tempo ma che era addirittura in espansione. Proprio di pari passo all’aumento delle adozioni di nuovi cagnolini tra le famiglie imolesi e della Pedagna. Il bravo cittadino di “Segnalazioni Bocconi Avvelenati” era riuscito addirittura a risalire ai veleni che venivano utilizzati per queste pratiche impunite. Talvolta stricnina, acquistata all’estero. La mistura killer veniva mescolata in piccoli bocconi, come ad esempio fette di cotechino – comunque quasi sempre carne – che addirittura in qualche caso venivano gettati nei giardini delle case dove gli animali vivevano. Poi, abbiamo incontrato altri casi, sempre circoscritti in quel “triangolo nero” che comincia da Via Rossini, per arrivare in Via Puccini ed ora in Carlina, zona “In” della Pedagna e, oltretutto, teoricamente ad accesso esclusivo ai residenti. (anche se chiunque puó entrare)
Il fatto dell’altro giorno è un episodio di una gravità inaudita : la bestiola stava passeggiando col suo padrone quando ha addentato un boccone a terra. Poco dopo il malessere, l’inizio di atroci dolori e l’immaginabile epilogo per la bestiola. È successo vicino all’area sgambatura cani della Carlina, anche questa volta quindi i bocconi killer sono stati posizionati in un’area sensibile, ovvero dove sono presenti sempre molti cani.
A questo punto occorre prestare la massima attenzione, essendo costretti a tenere gli occhi sempre puntati sul proprio amico a quattro zampe e togliere immediatamente dalla bocca dell’animale tutto quello che addenta.
Sono passate appena due settimane dal caso precedente, tre da quello prima ancora presso il Lungofiume (altra area sensibile)
Evidentemente ci sono molti odiatori di cani e di animali in generale, che desiderano colpire per frustrazioni personali e cattiveria gratuita. La cosa certa è quella che, ogni volta che compare una notizia sul tema, interviene qualcuno – quasi come a giustificare l’avvelenamento – per via delle deiezioni canine non raccolte per la strada.
Il gruppo di cittadini di Segnalazioni Bocconi Avvelenati sta promuovendo anche un raccolta firme, per poter portare la questione in Parlamento, ove mancano leggi adeguate. Anche l’ufficialità per poter dimostrare un avvelenamento è sempre un iter prolungato, che richiede molto tempo e talvolta denaro, come l’intervento dell’ASL e altre autorità. Un iter che spesso scoraggia i padroni, che non vedono l’ora di dimenticare la dolorosa vicenda il prima possibile
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