Bastano una manciata di ore all’Agenzia italiana del Farmaco per smentirsi da sola.
Prima tranquillizzano la popolazione sostenendo come non ci siano collegamenti tra AstraZeneca e i decessi ma poi, poche ore più tardi, dichiarano di averlo sospeso.
Questa comunicazione fallimentare non fa altro che portare acqua ai mulini dei No-Vax, di legittimarli, e di creare allarmismi anche tra i più convinti sostenitori. E tra gli anziani in lista d’attesa per l’imminente seduta. Bastava forse ammettere le perplessità che circolavano, in attesa delle indagini di EMA, addolcendo la pillola agli utenti, ma soprattutto spiegando per quale motivo covavano quelle decisioni.
Invece niente, si continuava a negare ogni collegamento. Poi invece, il cambio totale di rotta. Ma era per caso il medesimo ente a rilasciare la dichiarazione opposta a quella precedente a distanza di poche ore? O si trattava di due persone diverse?
Intanto in Inghilterra si accelera con AstraZeneca e i ricoveri crollano.
AIFA sostiene che chi abbia fatto la prima dose debba stare tranquillo e aspettare la seconda, limitandosi a segnalare eventuali sintomi al proprio medico di base.
Intanto le altre Big Pharma si sfregano le mani, dopo la sospensione del vaccino al competitor Anglo-Svedese. L’unica a leccarsi le ferite è l’Europa, che esce sconfitta dalla campagna di vaccinazioni rispetto a tutti gli altri paesi.
E Palù, Presidente di AIFA, ha spiegato come i casi tromboembolia siano una quantità molto bassa, di 6 casi su 6 milioni.
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