Le dichiarazioni della Presidente della Commissione I, Rebecca Chiarini, arrivano a margine della seduta di ieri, dopo che è stata rilasciata finalmente una versione ufficiale da parte delle Istituzioni cittadine in merito “all’affaire” Caffè della Rocca: “dal sito di Area Blu si apprende di un ulteriore incarico al medesimo legale per la difesa avverso un decreto ingiuntivo richiesto ed ottenuto dal gestore uscente per € 14.500“
Imola. “Ci sono diversi punti importanti emersi in commissione. Prima di tutto il fatto che, avanti al TAR, l’amministrazione non abbia presentato la documentazione attestante la verifica che Area Blu ha dichiarato di aver fatto.” A dirlo, in una nota stampa in esclusiva, è Rebecca Chiarini (Misto) – “Ci si chiede perchè, considerato che non vi sono ragionevoli motivi per omettere tale produzione, stante peraltro la centralità che al fatto ha dato la difesa dell’amministrazione. Peraltro considerate le preclusioni in Consiglio di Stato è da escludere che tale produzione possa essere validamente fatta in appello.
Peraltro” – osserva la Pres.te della Commissione I – “non si può sostenere che l’annullamento del bando non travolga anche il contratto. In commissione addirittura si è sostenuto che l’impugnazione sia stata decisa per le difficoltà di esperire una nuova procedura di selezione del contraente, stante le informazioni già rese note nella precedente. Affermazione davvero censurabile considerato che, così ragionando, tutte le amministrazioni potrebbero sottrarsi a sentenze esecutive dell’autorità. Con buona pace del rispetto della magistratura, rispetto invocato solo a parole durante la commissione. Rispettare la sentenza vuol dire considerare decaduto la concessione in essere e indire una nuova procedura. Ma questa amministrazione ha deciso diversamente.– aggiunge Chiarini – “dal sito di Area Blu si apprende peraltro di un ulteriore incarico al medesimo legale per la difesa avverso un decreto ingiuntivo richiesto ed ottenuto dal gestore uscente per € 14.500. Ho quindo chiesto se, a fronte di questi numerosi contenziosi, dei danari pubblici che verranno spesi per la difesa (tra prima e secondo grado parliamo di quasi € 30.000), delle possibili richieste risarcitorie non sia stata valutata una chiusura transattiva. La risposta non è stata per nulla soddisfacente” – fa sapere la consigliera, poichè, ritiene, pare che si “dimentichi con una certa leggerezza della fatto che l’amministrazione non può disporre dei propri diritti come fosse un privato, ma deve essere sempre mossa da un interesse pubblico che, in questo caso, potrebbe consitere proprio in un motivato bilanciamento tra costi e benefici.“
IL COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE⤵️
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