La “sfida” del Governo Meloni per il 2025 potrebbe essere quella di rendere obbligatoria una polizza casa contro i rischi naturali: al momento, solo il 6% delle case in Italia sono assicurate contro i rischi da terremoti e alluvioni. La proposta però è stata accolta non troppo bene dalla popolazione. SI è generato un acceso dibattito: da un lato c’è chi la considera una misura necessaria per proteggere le abitazioni italiane, dall’altro chi teme un aumento dei costi per le famiglie, già provate economicamente dall’inflazione e dal caro vita registrato negli ultimi anni. L’Italia è uno dei paesi europei più vulnerabili agli eventi climatici estremi. Negli ultimi anni, alluvioni e frane hanno provocato danni per miliardi di euro, sia in termini di perdita di vite umane sia di distruzione di abitazioni e infrastrutture. Nel frattempo, anche il mercato assicurativo si arricchisce di nuove e piu ampie proposte: ad esempio, UnipolSai sta promuovendo una polizza per Casa&Servizi come “garanzia per gli eventi meteo atmosferici” .
Mentre si discute sull’obbligatorietà dell’assicurazione contro i danni climatici per le abitazioni private, una normativa simile è già stata introdotta per le imprese. Dal 2024, infatti, le aziende italiane devono sottoscrivere una polizza assicurativa che copra i danni climatici come inondazioni, frane,alluvioni e sismi.
Paolo Cavini (CNA Emilia Romagna) ha dichiarato a Presa Diretta: “Abbiamo circa quattro milioni di imprese coinvolte. Non abbiamo idea di quale sia il premio assicurativo, quali le franchigie, quali siano i parametri. E in zone alluvionate due volte, una compagnia assicurativa aumenterà il grado di rischio, ma un’impresa sarà poi in grado di poter pagare qual premio?”, si chiede il presidente di CNA Emilia-Romagna. Il pericolo, continua il servizio, è quello della desertificazione di intere zone produttive, perché le imprese saranno spinte a trasferirsi in zone considerate meno pericolose.
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