E’ da almeno 13 anni che la Regione è a conoscenza delle criticità del fiume Lamone. E’ questo che emerge dalla delibera di giunta regionale la n. 1877 del 2011 con cui era stata approvata la «Variante cartografica e normativa» alla rete idrografica del Piano stralcio di bacino per il rischio idrogeologico.
Gli interventi sul fiume Lamone e le eventuali negligenze circa la mancata tutela del territorio possono spiegare in parte le cause dell’alluvione in Bassa Romagna, nel 2023 e il 19-20 settembre scorso. I rischi erano quindi noti ai vertici regionali e comunali. E, cosa ancora più grave, non mancavano le risorse per agire alla messa in sicurezza del territorio. Ma si è forse sottovalutato il tutto.
“Un programma di prevenzione” – segnala il settimanale Panorama– “che includeva un inter-vento di contenimento per il corso d’acqua dell’importo di 1,2 milioni di euro per «mettere in sicurezza i territori di Traversara, Villanova e Mezzano», proprio il territorio colpito da una rottura arginale, nello specifico Traversara, occorsa nel cuore dell’abitato dove solo per miracolo non ha perso la vita nessuno.
“La stessa Regione” – ripercorre il settimanale – individuava tre elementi di massima allerta: la fragilità degli argini, la presenza di tane di istrici e nutrie e l’espansione della folta vegetazione che avrebbe ostruito il corso delle acque. Per anni, il piano rimane solo nella lista delle buone intenzioni. Nel luglio 2013, la Regione aveva addirittura confermato l’urgenza di procedere con il consolidamento dell’area attorno al fiume Lamone, ma ne aveva anticipato l’importo a 775 mila euro rispetto alla cifra iniziale di 1,2 milioni.
Si apprende dalla relazione tecnica allegata alla delibera: «Dalle varie simulazioni con-
dotte emerge che l’intervento di adeguamento del tratto è prioritario per le condizioni di sicurezza degli abitati adiacenti l’alveo. […] Per risolvere la criticità del tratto è necessario il rifacimento della passerella pedonale dell’abitato di Traversara, la cui sezione ristretta impedisce anche l’ampliamento delle sezioni dell’alveo. Per ottenere condizioni di deflusso ottimali nel tratto, anche per portate con tempi di ritorno più elevati, è necessario pro-cedere anche alla sistemazione e adeguamento del tratto a valle, fino al ponte ferroviario Ravenna–Ferrara».
Intanto passano gli anni e l’urgenza non è piu tale. Nel febbraio 2023, la giunta regionale (presidente Stefano Bonaccini, relatrice Irene Priolo, attuale facente funzione e all’epoca dele-
gata alla difesa del suolo)con la delibera n. 195 emerge come i fondi per l’opera vengono ridotti di 933 mila euro per finanziare un’altra infrastruttura nel Parmense. .
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