Imola. RICORDARE PER CAPIRE, L’ESPERIENZA DI SANTE ZENNARO –
Il racconto di Anna Ricciardelli, infermiera in pensione presso l’ex istituto psicopedagogico Sante Zennaro, rappresenta una preziosa testimonianza di un’epoca in cui a Imola vennero fatte scelte importanti nell’ambito della psichiatria. Quelle barriere che sul Santerno iniziavano a venire meno grazie anche un certo coraggio di amministratori e addetti ai lavori, quello di Sante Zennaro fu un passaggio chiave che si inserì, oltretutto, in una politica più ampia che riduceva il collocamento di Imola in un’ottica della sola industria ospedaliera.
Il giro di boa fu senz’altro quello di Sante Zennaro, un’enorme cittadella creata originariamente per ospitare centinaia di bambini con disagio psichiatrico, provenienti da tutta la Provincia. Quell’enorme complesso architettonicamente all’avanguardia, strideva agli occhi della nuova corrente di medici avanguardisti che vedevano che il futuro non era ripetere l’errore del manicomio o addirittura della contenzione. L’intuizione pioneristica del Dottor Nino Lo Perfido – sostenuta da Corso Bacchilega – evitò quella scelta, in anticipo sui tempi alla legge 180 e tra i primi in Italia, si avviò il superamento delle strutture psichiatriche “totali”.
IL VIDEO
SANTE ZENNARO POCHI ANNI DOPO LA SUA COSTRUZIONE

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