PARLA L’EQUIPE CHE HA OPERATO IL GIOVANE IMOLESE: “Operato sabato scorso per la riduzione e la sintesi di tutte le fratture”

Poteva sicuramente andare peggio al giovane imolese che venerdì scorso, durante le prove del WEC, è incorso in un incidente in via Tenni. Il 27enne, che si sarebbe arrampicato sul muro di cinta che delimita l’autodromo con la strada, era stato portato all’ospedale di Modena, nosocomio che vanta una struttura complessa di chirurgia della mano.
“Il paziente” fanno sapere dal Policlinico di Modena “presenta fratture scomposte di tutte le dita delle due mani, eccetto i pollici. E’ stato operato nel primo pomeriggio di sabato scorso per la riduzione e la sintesi di tutte le fratture, oltre anche per risolvere un altro problema: si è infatti tagliato due tendini estensori del secondo dito della mano sinistra.- Il paziente” – aggiungono dall’Azienda Ospedaliero Universitaria modenese “risulta ancora oggi ricoverato presso l’ospedale di Modena. La prognosi iniziale è di 35 giorni ma informalmente, tra degenza e recupero post trauma, ne potrebbe avere in media per almeno un paio di mesi.
LA DINAMICA
Sono ancora ignoti i motivi dell’azione del giovane, sebbene si parli di un imprevisto legato alla caduta del telefono cellulare all’interno della pista (zona prato Tosa) a seguito del tentativo di sbirciare in pista. Il ragazzo avrebbe tentato di issarsi sopra al muro di cinta per ritornare su via Tenni, dove la sua fidanzata lo stava attendendo. Quando avrebbe appoggiato le mani per issarsi su, una delle lastre in cemento sarebbe caduta sulle sue mani. La fidanzata avrebbe chiesto disperatamente aiuto, urlando; pochi minuti più tardi sul posto è intervenuto un operaio che, sentite le grida d’aiuto, con l’ausilio di un palanchino è riuscito a liberare le dite malconce dello sventurato dalle lastre in cemento. Fortunatamente, il giovane non ha perso conoscenza, evitando il peggio e attendendo i soccorsi. L’ambulanza è giunta sul posto in neanche 15 minuti. Tuttavia, le operazioni di soccorso avrebbero incontrato un intoppo quando ci si è resi conto che per poter prestare soccorso al giovane – col corpo sul lato interno del muro – sarebbe servito entrare all’interno dell’impianto, e dal momento che il cancello era chiuso è stato necessario, grazie all’ausilio di un volontario munito di alcuni attrezzi, la rottura del lucchetto che separava Via Tenni dal prato della pista. Ora, la famiglia si sarebbe affidata ad un legale.