“IVAN BALDUCCI INDOSSAVA VESTITI CHIARI E LA STRADA ERA ILLUMINATA: IMPOSSIBILE NON VEDERLO”

Il medico legale ha confermato la compatibilità delle lesioni con l’urto subito.

È l’ultimo aggiornamento disponibile sull’incidente avvenuto la notte del 1 agosto in via Montericco, a Imola, dove un giovane alla guida di un Volkswagen Caddy ha travolto con la parte anteriore destra del mezzo il 55enne Ivan Balducci che camminava a lato della strada, uccidendolo. Poi la fuga e, qualche ora dopo, la confessione ai carabinieri. 

La famiglia di Balducci si è affidata a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime della strada con sedi in tutt’Italia, e ora chiede giustizia.

“Siamo vicini alla famiglia per la tragedia immensa che sta vivendo – dichiara Michele De Bona, responsabile di Giesse Risarcimento Danni per l’Emilia-Romagna – Ivan stava facendo ciò che amava di più, cioè camminare, ed è stato centrato (non urtato con lo specchietto) da un’automobilista che l’ha lasciato a terra agonizzante. È una vergogna: pochi giorni fa, nel Veronese, è morto un ragazzino di 14 anni, sempre per colpa di un pirata della strada. Sono comportamenti assurdi che lasciano senza parole”.

Ivan Balducci lavorava come impiegato in un’azienda del posto che si occupa di macchine utensili speciali e dell’automazione.

“Vogliamo specificare – conclude De Bona, di Giesse – che Ivan indossava vestiti chiari ed era perciò avvistabile da chiunque, come riferito anche da un teste. Inoltre, la strada era illuminata e all’ora del sinistro c’era il picco della cosiddetta “Superluna dello Storione”, fenomeno in cui la luna appare più grande e luminosa. Com’è possibile che l’automobilista non si sia accorto di lui? Noi andremo fino in fondo. Abbiamo nominato un avvocato e pre-allertato un perito nel caso in cui il pubblico ministero decida di procedere con l’accertamento tecnico non ripetibile, al fine di ricostruire la dinamica del sinistro”.