Alla fine, dopo anni dalla loro installazione (era il 2017) gli autovelox posti su Viale della Cooperazione hanno iniziato a mietere le prime “vittime.” E sono tante. Gli utenti sono scatenati sui social: in queste ore non si parla d’altro. I motivi sono semplici, oltre alla multa, in pochi si accorgono della presenza della volante nelle vicinanze dell’apparecchio. Si parla di centinaia di verbali ogni giorno – numeri da verificare – emessi ai danni degli ignari automobilisti che percorrono quotidianamente la Bretella. I box sono presenti in ogni senso di marcia.
I totem di colore arancio, ben visibili lungo l’asse attrezzato, hanno iniziato a scattare multe da poco meno di un mese -quando sono entrati in funzione – ai molti che sorpassano limite vigente dei 60 km/h. Un limite che pare un paradosso, dal momento che ci troviamo sostanzialmente in una strada a scorrimento veloce.


Mentre alcuni postini, in servizio a Imola, ci riferiscono che in questi giorni non fanno altro che recapitare buste verdi – gli automobilisti che hanno già ricevuto le contravvenzioni, ci fanno altresì sapere di non essersi accorti – in quasi tutti i casi – di un presidio di Polizia Locale nelle vicinanze dell’apparecchio. Forse non è stato visto, dal momento che forse non era ben visibile.
Nel migliore dei casi, riferiscono altri automobilisti, è presente un’improbabile auto civetta sotto al cavalcavia. In Vallata, abbiamo poi scoperto, c’è chi ha ricevuto 3 multe in un solo giorno senza mai accorgersi dell’auto della Polizia Locale nei pressi dell’apparecchio. È eticamente corretto utilizzare auto civetta, da ubicare in improbabili postazioni dietro della vegetazione? Oppure, sotto a un cavalcavia?
I totem di colore arancio, necessitano proprio della presenza dell’organo di Polizia sul posto o nelle immediate vicinanze, come dice la norma, per poter rendere idonea una multa.
La Polizia Locale, dal canto suo, quantificherebbe in poche ore al giorno i controlli stradali sulla velocità.
Si tratta di un progetto più ampio che non riguarda soltanto l’asse attrezzato: certo, ha come ragione il problema della sicurezza stradale, con dati sull’incidentalità in aumento in Italia ma non a Imola, che è stabile attorno ai 400 sinistri annui. Allora? La sicurezza stradale è la vera ragione oppure ci sono altre esigenze?
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