Sorprendono le dichiarazioni di Stefano Domenicali apparse sul quotidiano “La Stampa”:
La storia va sempre ricordata e valorizzata, però non deve essere la scusa per non investire – ha osservato il N.1 di Formula One – da Monza e Imola, i cui contratti scadono tra qualche anno, mi aspetto un cambio di marcia a livello di investimenti. Da italiano vorrei vedere il mio Paese reagire a una richiesta di crescita che viene da tutti“.
Forse non si è accorto delle ruspe alla curva della Tosa che stanno compiendo una vera e propria corsa contro il tempo per rendere fruibile la nuova tribuna ecologica per il GP, per un investimento di ben 3.7 milioni di euro di soldi pubblici.

Senza contare il denaro che Conami impiegherà fino al 2025 per tenere la Formula 1 sul Santerno: si parla di due milioni ogni evento. Questa “tirata d’orecchie” non è stranamente mai arrivata quando Imola ha salvato il calendario malmesso del Circus ai tempi del Covid e guarda caso, anche le vetuste tribune del Santerno allora andavano benissimo; sui giornali non leggemmo alcunché.
Tra l’altro l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che “paga” per tenere due GP, Imola e Monza: non poco, no? Se per Domenicali questo non è sufficiente, per altri la somma impiegata per il Gp imolese è esagerata, dal momento che molti di quelli utilizzati sono soldi dei cittadini, soldi pubblici. Non sarà un futuro alibi per scaricare Imola? Probabilmente no, ce lo si augura.
Sembrano però un dejà-vu le parole del N.1 di Formula 1; un po’ come nel 2007, quando Bernie Ecclestone non attese che Imola completasse il restyling della pista col rifacimento dei nuovi box: l’allora GP di San Marino rimase tagliato fuori dal calendario di F.1 per 14 anni (nel frattempo i box erano pronti da un pezzo)

https://www.laltraimola.it/2023/02/18/la-tosa-del-futuro/