Un’unica grande azienda sanitaria a livello metropolitano. E’ la proposta lanciata dal sindaco Matteo Lepore alla quale non chiudono le porte i direttori generali di Ausl Bologna e Sant’Orsola Paolo Bordon e Chiara Gibertoni.
Se per la sanità bolognese può sembrare una scelta “coraggiosa” per quella imolese un passo scellerato. Almeno per alcuni cittadini . Se per il Primo Cittadino del capoluogo “avere un’unica Ausl a livello metropolitano può essere un’occasione da non farsi sfuggire” c’è da preoccuparsi, dal momento che appare chiaro come Palazzo d’Accursio voglia tremendamente accelerare per giungere all’obbiettivo dell’accorpamento. Le dichiarazioni sono state fatte lunedì mattina in Sala Borsa alla presentazione di una ricerca condotta dall’Università di Bologna sulle diseguaglianze sanitarie in città. “Credo sia il momento del coraggio” – si è spinto a dire Lepore – “occorre mettere insieme quello che si può delle nostre aziende sanitarie ospedaliere, lo dobbiamo fare di comune accordo con l’Università e la Regione: Bologna è pronta per essere apripista in questo ambito” – ha continuato il Sindaco metropolitano . Non chiudono a questa idea i dirigenti dell’azienda sanitaria e Sant’Orsola, Gibertoni e Bordon, sostenendo come l’unione fra tutti i soggetti sia “strategica” dal momento che “quando dobbiamo fare sinergia è la strada giusta sicuramente”. Non sappiamo se questa strada si rivelerà strategica anche per gli utenti imolesi, che potrebbero, nel caso alcuni reparti venissero depotenziati, essere costretti a diventare dei veri e propri pendolari sanitari verso Bologna. Una scelta a cui opporsi con i denti e con le unghie. Perchè l’Ausl Imola, bacino di oltre 130 mila utenti, deve poter rimanere indipendente ed essere potenziata per rimanerlo ancora più a lungo e non essere assorbita dalla “mangiona” politica bolognese, che vuole annichilire quel briciolo di autonomia che ci rimane.
I dirigenti dell’Azienda sanitaria bolognese, Gibertoni e Bordon, hanno però evidenziato come questo passo sia, alla fine, una scelta politica, in sostanza smarcandosene. “bisogna capire pesi e contrappesi” – ha poi aggiunto Bordon – “con l’obbiettivo di garantire sia l’efficienza e l’efficacia degli interventi”. Secondo invece la Gibertoni, n.1 del Sant’Orsola, la visione coraggiosa è “uscire dalla visione della singola azienda, del singolo erogatore di prestazioni“.