Verrà presentato giovedì pomeriggio “Naima”, il nuovo romanzo di Katia Dal Monte.
L’incontro è in programma alle 17.30 presso la sala riunioni CNA di Via Pola.
L’autrice dialogherà con Valter Galavotti; previsti interventi musicali di Michele Minguzzi con delle letture di Monica Signani.

Naima è il nome che, come una bussola, ci conduce attraverso storie che paiono inestricabili o lontane, desideri umani come la maternità o passioni forti come il restauro, che Naima abbraccerà quasi a rendere giustizia al suo nome strano, scelto per lei dal padre, amante della musica di John Coltrane. Altre figure femminili accompagneranno Naima, ognuna per un tratto di cammino, che la porterà lontano da un lutto subito anni prima e inciso nella sua anima. E queste donne saranno il volto della Madonna cinquecentesca che i suoi passi incontreranno.
«Portava ormai da quasi cinquantasette anni questo nome stravagante scelto dal padre. Da bambina spesso qualcuno le chiedeva di ripetere, “non ho capito scusa”. Anche la maestra per un po’ di volte aveva detto “Naìma” fino a che lei un po’ a disagio non l’aveva corretta, “Nàima”. Molti le chiedevano l’origine di quel nome e con pazienza lei raccontava di suo padre che, partito da un paesino perduto nella campagna romagnola e approdato a Firenze, si era imbattuto nel jazz. E del jazz di quegli anni aveva amato follemente Coltrane».


Katia Dal Monte, laureata in Filosofia a Bologna, si è occupata per molti anni dell’organizzazione della Scuola di musica Vassura-Baroncini di Imola fin dalla sua apertura. Ha curato varie manifestazioni culturali fra cui il festival di musica e poesia “La forma e il ritmo” con la presenza di alcuni fra i maggiori poeti italiani contemporanei. Ha pubblicato articoli su riviste musicali specializzate ed è autrice di testi musicati ed eseguiti nell’ambito del Festival internazionale delle Colline di Poggio a Caiano e Prato. Collabora con il Festival In Corde come autrice di testi per musica. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in Lungo la strada scritta (Fernandel) e in Novecento di provincia (Clueb).
Per Giraldi Editore ha scritto anche “LA CASA DELL’AVIATORE” – un romanzo ambientato a Villa Muggia. Una ricca famiglia ebrea, il padre, la madre Anna, i figli Giulio e Margaret, trascorre l’estate del 1938 nella villa in collina, appena ristrutturata. Le leggi razziali impediranno alla famiglia di ritornare alla villa, saranno costretti a nascondersi e la casa, durante la guerra, verrà abbandonata a sé stessa e poi occupata da soldati tedeschi. Dopo alcuni anni, da uno scambio di lettere fra l’architetto che aveva progettato la casa, i figli e il padre veniamo a conoscenza della vita dei personaggi e della volontà di non procedere al restauro della casa che rappresenta di fatto, pur nella sua grande bellezza, un periodo di dolore. Sarà la nipote di Miriam, figlia di Margaret, molti anni dopo, che con un gesto semplice e simbolico metterà finalmente pace fra le mura scrostate.