Mordano. Si riapre il caso Florim dopo la votazione in Consiglio Comunale a Mordano; l’aula si è espressa favorevolmente ma l’assessore all’ambiente, Federico Squassabia, col suo voto contrario ha provocato un vero e proprio terremoto. Si parla addirittura di rimpasto in giunta: ma Squassabia non ha nessuna intenzione di dimettersi, anche perchè le sue competenze in materia ambientale sono riconosciute da molti cittadini. È però probabile che nei prossimi giorni possa cambiare qualcosa: la sua delega potrebbe essere a rischio alla luce della posizione intrapresa. E’ questo il prezzo della libertà?
Ci risulta inoltre, negli ultimi giorni, di strane auto che sostano davanti alle abitazioni ubicate a Borgata Chiavica, vicino all’azienda: due diverse persone ci hanno segnalato quanto successo. Queste auto entrano nei corselli privati delle proprietà, ad alta velocità, sollevando un gran polverone. Poi ripartono, derapano e tornano di nuovo indietro, poi si fermano, come per voler essere visti. Qualcuno dei residenti ha cercato di intimare a questi soggetti a smetterla, chiedendo anche chi fossero, ma i conducenti fanno finta di nulla e ripartono come nulla fosse. Tempo addietro, ci è stato inoltre segnalato,che alcune auto dei residenti sono state ritrovate coi vetri rotti. Cosa succede? Ci sono per caso collegamenti con la vicenda?
Intanto, FLORIM ci ha scritto nei giorni scorsi per rimarcare il suo occhio di riguardo per l’ambiente: ha ottenuto il primo posto al concorso internazionale di progettazione urbanistica e riqualificazione paesaggistica “Fabbrica nel paesaggio”, promosso dalla Federazione Italiana dei Club UNESCO e giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione.
Ogni Club per l’UNESCO può candidare solo un’iniziativa nell’area territoriale di pertinenza e quest’anno il Club di Modena ha selezionato Florim.Tra le diverse candidature ammesse, l’azienda ha ricevuto la più alta affermazione per il settore privato grazie alla“fabbrica di ultima generazione che ha raccolto e vinto, in una difficile contingenza, la sfida della transizione ecologica, limitando fortemente l’impatto con il paesaggio, nel rispetto delle matrici ambientali, secondo i canoni dello sviluppo sostenibile”.
Intanto, ci scrivono anche i residenti del Comitato Cittadini Borgata Chiavica
” Ci sentiamo cittadini di serie B, anzi C, sacrificabile per il bene dell’azienda. Ci sentiamo
profondamente umiliati.”
Il sindaco ha affermato di avere messo al primo posto il lavoro; ma non ha mai avuto la limpidezza e l’onestà di ammettere che è anche il denaro ad avere fatto pendere l’ago della bilancia. Questo è stato notato da molti ed è stato poco apprezzato.
Al giorno d’oggi si punta sulla sostenibilità ambientale, sul rispetto della natura, sul garantire un
futuro alle nuove generazioni. I giovani sono molto attenti da questo punto di vista. Scegliere come valore “il lavoro” e le “entrate in denaro” dimostra purtroppo che questo consiglio è formato da persone non al passo con i tempi, che ragionano in modo “vecchio e stantio”, in modalità ormai superate e che stanno andando in declino, nonostante ci siano consiglieri in giovane età.
Purtroppo questo modo di operare non pagherà nel lungo periodo.
Anche perchè sono state avanzate alternative all’ampliamento che non avrebbero compromesso il lavoro di nessuno.
Che alcuni consiglieri abbiano affermato di non avere competenze in materia (come noi del resto), e di essersi fidati e affidati agli enti preposti, ma non di noi diretti interessati, ha causato non poche perplessità. Come affidarsi a quegli enti che già in passato fecero errori di valutazioni enormi approvando un primo ampliamento che provocò i disagi ormai tanto discussi e verificati? E’ vero che gli enti sono stati presenti dal 2017 ad oggi, ma in modo saltuario e discontinuo, per mancanza di risorse. Nonostante abbiamo ben espresso questa loro presenza a singhiozzi, siamo rimasti
inascoltati. E ancora; non c’è bisogno di un ente preposto per capire che un ulteriore ampliamento (piazzale+2 linee produttive) provocherà inevitabilmente più inquinamento: polveri, fumi, cemento, surriscaldamento, rumore…
I 7 ettari di bosco urbano da noi tanto richiesti come garanzia per evitare ulteriori ampliamenti verso la borgata, e come strumento di mitigazione degli inquinanti è stato ridotto a poco più di 2 ettari… un’ulteriore richiesta inascoltata che rende sempre più inconcepibile come si sia potuto votare a favore.
Abbiamo sempre cercato un dialogo costruttivo, la mediazione, ci siamo esposti, abbiamo accettato di essere derisi, minimizzati, per poi ritrovarci con un NULLA in mano. Nulla di quanto richiesto è stato accolto.
Ovviamente l’apertura nei confronti dell’amministrazione è scemata.
Tra i cittadini il sentimento diffuso è un sentimento misto a rabbia e delusione dovuti ad una serie di fattori.
Primo fra tutti questi fattori vi è il tradimento per il mancato rispetto delle promesse elettorali. La lista civica che è stata eletta aveva nelle proprie priorità la tutela dell’ambiente.
Questa amministrazione ha inoltre tradito i propri cittadini ignorando una petizione e una diffida inviatale affinché non venisse concesso un ulteriore avvicinamento dell’azienda alla borgata.
Altra delusione arriva dalla tanto promessa, anche a mezzo stampa, piantumazione di un bosco urbano a mitigazione dei primi ampliamenti avvenuti nel 2016-2017. Polmoni verdi che sarebbero serviti a mitigare gli indiscutibili impatti ambientali riversatisi sulla borgata. Beh anche di queste mitigazioni non vi è traccia.
C’è stata inoltre una carenza di condivisione del percorso autorizzativo di coinvolgimento dei cittadini anche perché la giunta oltre ad aver bocciato la proposta di una commissione proposta dalla minoranza per approfondire la problematica, non ha organizzato incontri pubblici sul tema.
Anzi abbiamo scoperto che decine e decine di nostre segnalazioni inviate al Comune non sono state portate all’attenzione dei consiglieri.
Ulteriore amarezza arriva inoltre dal mancato utilizzo di una valida alternativa esistente sullo stesso comune. Parliamo di ben 18 ha di ambito urbano a destinazione produttiva esistenti sulla stessa strada provinciale. Questi potevano essere destinati a questa azienda senza aumentare la pressione e le ricadute ambientali sempre sulla stessa borgata .
Abbiamo provato a far capire ai consiglieri comunali che le varianti urbanistiche dovrebbero essere l’eccezione mentre su questo territorio si stanno confermando come la regola!
Questo accade proprio qui a Mordano in questo Comune che i dati Ispra classificano tra i peggiori dell’Emilia-Romagna per consumo di suolo.
Un’altra amarezza deriva dal fatto che nonostante sia stato proprio l’ASSESSORE all’AMBIENTE
ad essere contrario a questa decisione, argomentando con precisione le ragioni del no nessuno dei Consiglieri lo ha preso in considerazione restando così il suo l’unico voto contrario a questa
scellerata decisione.
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Con questa decisione è auspicabile che l’assessore all’ambiente e il Comitato dei cittadini abbiano finalmente compreso che la politica antepone gli affari alla tutela dei diritti. Per quanto riguarda la Florim, agisce pienamente nel suo diritto di espansione forte della qualità del suo prodotto, ma sta a chi ha la responsabilità del territorio e della tutela della salute dei cittadini obbligarla a rimuovere le comprovate cause che danneggiano l’intera comunità!