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IL PODCAST DI MARCELLO TAROZZI – QUI –

LETTERE DA EINDHOVEN – 2a PARTE

29/09/2022 ore 9,21

Da: Herbert Dekker
a: Femke De Groot
oggetto: re: eccomi
ciao Femke,
Domani ci vediamo da te, arriveremo verso sera, probabilmente per ora di cena.
Non vediamo l’ora di rivederti e di ascoltare le tue storie, sopratutto riguardo a
Roland e alla tua nuova vicina.
E sono proprio curioso di sentire il racconto del tuo appostamento per vedere il
“fantasma del pittore”…
A prestissimo

Herbert

29/09/2022 ore 14,21

Da: Femke DE Groot
a: Herbert Dekker
oggetto: re: re: eccomi
caro Herbert,
Va benissimo per ora di cena domani!
devo assolutamente aggiornarti sulla vicenda del “fantasma del pittore”. Non ci
crederai, ma questa mattina l’ho incontrato ad Eindhoven. Ero in pausa e stavo
andando a pranzo con una collega in un fast food, quando, dall’altra parte della
strada, ho visto quell’uomo, proprio quello che esce di soppiatto la sera dal Museo
di Nuenen, che passeggiava nella direzione contraria alla mia, così ho potuto
osservarlo con attenzione. Sono certa che fosse lui, sia perché indossava lo stesso
vestito dell’altra sera, una giacca grigia e dei pantaloni blu, , ma soprattutto perché
non potevo in alcun modo non riconoscere i suoi capelli rossi.
L’ho seguito con lo sguardo per un paio di minuti prima che sparisse all’angolo della
strada, non lontano da piazza 18 Septemberplein.
Non ho potuto seguirlo visto che ero in pausa dal lavoro e con una collega che
avrebbe potuto pensare di essere andata a mangiare con una stalker…

In ogni caso sono certa fosse quell’uomo, il quale non mi è sembrato in alcun modo
un fantasma.
Stasera proverò ad appostarmi di nuovo davanti al Museo di Nuenen per vedere se
lo incontrerò.
Ciao

Femke

29/09/2022 ore 17,34
Da: Herbert Dekker
a: Femke De Groot
oggetto: re: re: re: eccomi
cara Femke,
sono molto curioso al riguardo. Scrivimi non appena avrai nuove informazioni. A
questo punto concordo con te, non penso sia un fantasma…Ma quell’uomo deve
avere una storia interessante da raccontare.
Ps: Va bene se portiamo qualche gioco da tavolo? Potremmo giocare come l’altra
volta quando sei venuta tu ad Haarlem

Herbert

29/09/2022 ore 21,37
Da: Femke De Groot
a: Herbert Dekker
oggetto: soluzione del mistero dell’uomo

Eccomi qua! Ho trovato la soluzione al mistero dell’uomo del museo! Allora, come ti
ho detto in precedenza, questa sera mi sono appostata di nuovo nei pressi del
Museo. Devo ammettere che non pensavo di rivedere quell’uomo, ma
evidentemente sono stata fortunata perché, dopo circa venticinque minuti, quel tizio
è sbucato di nuovo fuori dalla porticina secondaria dell’edificio. Questa volta mi
sono fatta coraggio e mi sono prontamente avvicinata all’uomo, il quale, quando mi
ha notata, ha avuto una reazione di sopresa… (in effetti chi non l’avrebbe avuta

davanti a una donna che ti sbuca improvvisamente davanti dopo che si era
nascosta dietro ad un albero…).
Era lo stesso uomo che avevo visto in centro ad Eindhoven, non c’erano dubbi al
riguardo; gli stessi capelli rossi, lo stesso viso con quel mento un po’ pronunciato.
Dopo la sorpresa iniziale, l’uomo ha cominciato ad allontanarsi, sempre con un
cavalletto da pittore sotto il braccio, ma questa volta gli ho rivolto la parola.
A quel punto, l’uomo non poteva scappare e, non ci crederai, mi ha risposto.
Gli ho detto la verità, non mi sono inventata nulla; mi sono presentata, gli ho
raccontato che sono una nuova abitante di Nuenen e che lo avevo notato uscire dal
Museo per molte sere e che mi ero sinceramente incuriosita al riguardo.
L’uomo ha detto di chiamarsi Vincent Van Gogh e di essere un lontano parente del
pittore, di lavorare ad Eindhoven per una agenzia assicurativa e di avere una
passione proprio per la pittura. Così ha chiesto alla direttrice del Museo, come
favore personale, di potere dipingere all’interno del Museo, al di fuori dell’orario di
apertura al pubblico, “respirando” l’aria del suo lontano e famoso parente. Mi ha
confessato di non avere un grandissimo talento, ma che questo non ha fermato la
sua passione. Aveva pensato di potere migliorare i suoi lavori artistici provando a
crearli direttamente nei luoghi che più sono legati al nome di Van Gogh.
Mi è sembrata una persona molto gentile e timida e sembrava quasi dispiaciuta che
qualcuno avesse scoperto quel suo piccolo segreto.
Per la sua cortesia nel rispondere alle domande di una donna sconosciuta, l’ho
invitato a cena domani sera e lui ha accettato. Mi è sembrata un’ottima idea. Potrei
anche invitare Margot, magari potrebbe diventare una cena interessante. Le
chiederò domani se vuole unirsi alla nostra compagnia…
Dopo avere svelato il grande mistero del fantasma di Van Gogh, vado a letto.
A domani sera

Femke

30/09/2022 ore 8,47

Da: Herbert Dekker
a: Femke De Groot
oggetto: re: soluzione del mistero dell’uomo
ciao Femke,
Bravissima la nostra investigatrice! Hai risolto il caso in pochi giorni. Mi sembra una
bella storia e la tua idea di invitarlo a cena è davvero ottima.
Ci vediamo questa sera

30/09/2022 ore 15,26
Da: Femke De Groot
a: Herbert Dekker
oggetto: re: re: soluzione del mistero dell’uomo

Herbert,
E’ accaduta una cosa incredibile. Non sapevo nemmeno se scrivertela, sono molto
seria. Mi fido di te e voglio che tu conosca tutto prima di venire con tua moglie da
me questa sera (ma non dirle nulla per favore). Ti scrivo questa email di getto
perché devo assolutamente raccontare tutto quello che mi è accaduto.
Come ti ho scritto ieri, volevo invitare la mia vicina di casa a cena con noi stasera;
per questo questa mattina sono andata da lei, così, oltre all’invito, avremmo potuto
avere tempo per un giro in bicicletta o una passeggiata.
Quando si è presentata alla porta, Margot mi è sembrata più triste del solito, ho
avuto subito una sensazione strana. Non so descriverla bene, ho sentito come se
quella fosse l’ultima volta che ci saremmo viste. Non so perché, ma è così.
Mi ha fatto entrare e, come al solito, ha preparato un tè. Sai che spesso abbiamo
preso un tè insieme e fatto molte chiacchiere, te lo avevo già scritto: nulla di strano
perciò.
Abbiamo iniziato a parlare e io le ho raccontato dell’uomo misterioso del Museo e di
chi era in realtà. Ad un certo punto devo probabilmente avere detto (ridendo) che i
fantasmi non possono esistere.
In quel momento, te lo giuro, ho avvertito improvvisamente una folata di vento
freddo nella stanza. Era diventato così maledettamente freddo in così pochi
secondi che avevo cominciato a tremare. Ho chiesto a Margot se avvertisse anche
lei quel freddo, ma lei mi ha risposto di no.
Fortunamente quell’improvvisa folata di freddo è finita in un minuto o poco più.
Nel frattempo Margot mi guardava con un sorriso triste.
Ad un certo punto la mia vicina di casa ha cominciato a parlare dell’uomo che
doveva sposarla, di come si erano promessi eterno amore e di come i parenti di lui
si erano maliziosamente intromessi. Lui era un brav’uomo ed era molto legato alla
sua famiglia.
Quando lui ruppe la promessa di matrimonio lei soffrì moltissimo perché lo aveva
amato veramente, probabilmente lei era stata l’unica donna che lo avesse amato
davvero.
Mi ha raccontato che in seguito quell’uomo se ne andò nel sud della Francia e che
ebbe diversi problemi di salute. Mi ha detto che alcuni anni fa si è suicidato. Quella
storia mi ha molto colpita, anche perché mi suonava dannatamente famigliare. Ho
anche temuto che Margot mi stesse prendendo in giro.
Quando le ho chiesto come si chiamasse l’uomo lei mi ha risposto che il suo nome
era Vincent.
Sul momento mi è parso troppo strano, come una incredibile coincidenza che il suo
ex fidanzato si chiamasse proprio come il pittore dopo che ieri ho incontrato quel

lontano parente di Van Gogh…Ma le coincidenze possono accadere, mi sono detta
infine.
Quando ho chiesto a Margot di andare a fare una passeggiata, lei ha acconsentito.
Mi ha chiesto di attenderla mentre si cambiava i vestiti al piano di sopra per
indossare qualcosa di più comodo. Mentre l’attendevo ho ripensato a quanto mi
aveva raccontato della sua esperienza con quell’uomo che aveva amato e più
pensavo alle sue parole più mi convincevo che non potevano essere vere. Tutto era
troppo strano. Così mi sono decisa, una volta che Margot fosse tornata, a dirle
chiaramente che tutto quello che mi aveva raccontato non era convincente. Ero
anche delusa perché pensavo che fosse una persona sincera e un’amica.
I minuti passavano e Margot però non arrivava. Dopo venti minuti ho deciso di
salire le scale. Devo dirti che ora quasi fatico a scrivere. Mi sembra tutto così
assurdo…Ma ti giuro che quello che ti scrivo è tutto vero!
Mentre salivo le scale ho percepito di nuovo una improvvisa folata di vento freddo.
Ho chiamato un paio di volte Margot, ma senza ricevere risposta Tremando mi
sono diretta verso quella che pensavo potesse essere la camera della mia vicina.
Lentamente ho scostato la porta che non era chiusa a chiave. Mentre aprivo quella
porta devo ammettere che il cuore mi batteva forte e per qualche attimo ho avuto
timore di potere svenire; tutto era troppo strano e silenzioso!
Io non so se mi crederai ma quello che ti scriverò è quello che è realmente
successo in quella stanza.
Quando finalmente la porta si è spalancata ho visto che avevo trovato sicuramente
la stanza da letto di Margot; era una stanza ampia, con un grande letto
matrimoniale nel mezzo, di quello antichi, a baldacchino. A destra del letto c’era un
grande e ampio armadio di legno e a sinistra un piccolo comodino. Fin qui nulla di
così strano, se non fosse che di Margot non vi era alcuna traccia. Ma la cosa che
mi ha sconvolta è che sulla parete a sinistra del letto era appeso un grande quadro.
Quando mi sono avvicinata al quadro ho potuto vedere che era un ritratto di una
donna, probabilmente della fine del XIX. Era una donna di mezza età vestita con un
vestito scuro con pizzi bianchi; la donna aveva lunghi capelli raccolti dietro la testa
e sembrava quasi sorridesse. Nella cornice, in basso, era possibile leggere il nome
della donna ritratta: Margot Begemann.
La donna del dipinto era la mia vicina Margot!
Sono uscita subito dalla casa e ammetto di averlo fatto correndo!
Non potevo credere a quanto mi era accaduto e tu sarai l’unica persona a cui lo
confiderò in tutta la mia vita!
Sto ancora tremando e sono davvero sconvolta. Quando sono uscita dalla casa di
via Berg 24 ho notato una insegna (ti giuro che prima non l’avevo mai vista) che
diceva che quella era stata la casa di Margot Begemann, vicina di casa di Vincent
Van Gogh e sua fidanzata.
Non potevo credere a quello che avevo appena letto.
Herbert, io ho parlato per giorni con un fantasma…anche se sono sconvolta, devo
ammettere che non ho più paura. Se ho davvero parlato con uno spirito, non era
quello di una persona malvagia, era quello di una donna che nella sua vita ha
amato.
Quello che provo per lei, se posso dirlo, è compassione. Sento che questa
esperienza mi ha segnato e forse non è avvenuta a caso (tu starai pensando che
sto impazzendo).

Forse ho potuto parlare con Margot perché anche io mi sto innamorando di Roland
e posso capirla. Forse quello spirito ha trovato conforto in una donna innamorata.
Non lo so, quello che so è che nulla sarà più come prima.
Non vedo l’ora che tu possa essere con me perché ho bisogno di un abbraccio.

Femke
la prossima settimana la prima parte del racconto ambientato a Lisbona